Tredici minuti che sono sembrati una vita. È ancora vivo e concitato il ricordo del vedanese Lorenzo Casiraghi, che lo scorso 28 maggio, nelle acque del lago Maggiore, ha soccorso e salvato quindici naufraghi dopo che la loro imbarcazione è colata a picco. Per questo il brianzolo ha ricevuto un riconoscimento.
Premiati i brianzoli che salvarono quindici persone sul lago Maggiore: coinvolti cittadini italiani e israeliani
Una vicenda i cui contorni non sono stati ancora chiaramente definiti. A bordo dell’imbarcazione guidata dal comandante Claudio Carminati c’erano ventuno persone tra cittadini italiani e israeliani, molti dei quali si è scoperto poi appartenenti ai servizi segreti dei rispettivi Paesi. L’episodio era stato raccontato anche dalle cronache nazionali.
«Nel pomeriggio aveva iniziato ad annuvolarsi – racconta Casiraghi – Io ero a bordo della mia barca e ho deciso di rientrare verso riva. Ho avuto problemi a un motore e così procedevo molto lentamente. Stava già piovendo quando all’altezza di Arona ho visto un amico a bordo di un’altra barca ritornare indietro. Era agitato e spaventato, mi ha detto di aver trovato in mare alcune persone e una barca che si era inabissata. La pioggia sul lago produce una fitta nebbiolina e quelli che credevo essere cormorani sul pelo dell’acqua erano invece persone che stavano annegando».
Premiati i brianzoli che salvarono quindici persone sul lago Maggiore: Lorenzo Casiraghi e la moglie Simona Locati
Casiraghi insieme alla moglie è riuscito portare in salvo sulla sua barca quindici di quelle persone, tra cui anche il comandante. Altre erano state tratte in salvo dall’imbarcazione arrivata prima di loro. Per quattro di loro non c’è stato nulla da fare. «Non riuscivano più a muoversi, erano in acqua ormai da venti minuti a 17 gradi, se fossimo arrivati pochi minuti dopo probabilmente non li avremmo salvati».
Premiati i brianzoli che salvarono quindici persone sul lago Maggiore: subito dopo soccorsi massici con carabinieri e esercito
Prima dell’arrivo dei soccorsi Casiraghi e l’altra imbarcazione hanno raggiunto il cantiere di Lisanza, a 700 metri dalla riva lombarda.
«Poi sono arrivati i carabinieri, i medici e perfino l’esercito e lì abbiamo capito che quelli che avevamo salvato non erano cittadini comuni. Un cordone fitto di sicurezza ha protetto le quindici persone che avevamo portato a riva. Ho saputo poi che i cittadini israeliani hanno fatto rientro in patria subito il giorno dopo l’incidente».
Casiraghi insieme alla moglie Simona Locati e agli altri soccorritori sono stati poi sentiti come testimoni per capire cosa sia successo al largo di Sesto Calende quella sera di fine maggio.
«Capita a volte sul lago che si alzi il vento improvvisamente e che ricada dall’alto con raffiche che possono raggiungere anche i 200 chilometri orari. È successo questo anche a loro, sono stati davvero sfortunati perché la furia del vento si è abbattuta solo lì, sul lato lombardo quasi non si sono accorti del maltempo».
Premiati i brianzoli che salvarono quindici persone sul lago Maggiore: il riconoscimento della città di Sesto Calende
La città di Sesto Calende per ricordare e ringraziare questi soccorritori per la loro azione di coraggio e prontezza ha consegnato loro una targa, durante una cerimonia che si è svolta il 9 settembre alla presenza del sindaco e del prefetto di Varese.