Pausini non canta Bella ciao: “Volevo evitare di essere strumentalizzata, non è stato così”

Laura Pausini ha spiegato il rifiuto di cantare “Bella ciao” in una trasmissione televisiva spagnola. Centinaia le reazioni.
Musica Laura Pausini
Musica Laura Pausini – foto Facebook

Volevo evitare di essere trascinata e strumentalizzata in un momento di campagna elettorale così acceso e sgradevole, purtroppo non è stato così”.

Laura Pausini ha spiegato così il rifiuto di cantare “Bella ciao” in una trasmissione televisiva spagnola.

Pausini non canta Bella ciao: commentatori divisi

Un comportamento che ha diviso: da una parte chi ha sottolineato che scegliere di non cantare sia già stato un modo per schierarsi e chi, in nome della libertà di scelta, ha approvato il rifiuto di un testo già finito al centro delle polemiche negli ultimi anni.

Pausini non canta Bella ciao: “Aborro il fascismo e ogni forma di dittatura”

“In una situazione televisiva estemporanea, leggera e di puro intrattenimento, ho scelto di non cantare un brano inno di libertà ma più volte strumentalizzato nel corso degli anni in contesti politici diversi tra loro – ha scritto Pausini su Twitter – Come donna, prima che come artista, sono sempre stata per la libertà e i valori a essa legati”.

E poi: “Aborro il fascismo e ogni forma di dittatura. La mia musica e la mia carriera hanno dimostrato i valori in cui credo da sempre. Volevo evitare di essere trascinata e strumentalizzata in un momento di campagna elettorale così acceso e sgradevole, purtroppo non è stato così. Rispetto il mio pubblico e continuerò a farlo, con la libertà di scegliere come esprimermi“.

Pausini non canta Bella ciao, i commenti: anche Salvini e Marco Lamperti

Centinaia i commenti. Pausini ha raccolto “la stima” di Matteo Salvini e da Monza è intervenuto anche l’assessore Pd Marco Lamperti.

Non credo che Laura Pausini sia fascista o scettica sull’antifascismo – ha commentato – La sua è semplice (e pericolosa) ignoranza, nel senso che ignora categoricamente che “bella ciao” sia un inno di tutti coloro che credono della nostra democrazia, nata e fondata su una Costituzione antifascista (vedi XII disposizione finale) e non un brano di qualche fazione partitica. Storicamente non fu un canto partigiano (venne adottato un paio di decenni dopo il ‘45), ma un inno legato alla resistenza all’oppressore e alla libertà. Dire di essere “altra cosa” o super partes significa equiparare un’ideologia violenta, discriminatoria e pericolosa alla libertà costituzionale della nostra democrazia. Il vero dramma non sono i neofascisti che fischiano “bella ciao”, ma persone come la Pausini che non hanno capito il concetto di cui sopra“.