Il reparto di urologia dell’ospedale di Desio è leader in regione nel trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna col il sistema laser a luce verde.
A dirigere il reparto è il direttore Francesco Franzoso. La tecnica del green laser, è stata introdotta al centro ospedaliero di via Mazzini, quattro anni e mezzo fa circa.
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L’obiettivo? Attenuare o risolvere i problemi urinari, evitando nel 90-95%, le possibili complicanze, come un esito emorragico, tipiche di un trattamento della prostata. Di più: l’utilizzo del tecnica green laser permette al paziente di tornare rapidamente alla vita di tutti i giorni senza più disturbi. Naturalmente gli urologi di Desio adottano anche la chirurgia tradizionale, soprattutto in caso di volumi prostatici di grandi dimensioni, e tuttavia la nuova tecnologia, con la sua mini invasività, consente di acquisire risultati terapeutici significativi.
“La particolarità del laser verde – ha spiegato Franzoso – è che permette di operare anche pazienti, che sempre più spesso fanno uso di farmaci che possono causare facili sanguinamenti, offrendo anche a loro la possibilità di approcciarsi al trattamento chirurgico della prostata con più serenità e tranquillità, senza rischiare gravi fenomeni emorragici o evitando cateterismi vescicali”.
L’urologia di Desio, con questa tipologia di trattamento, registra la casistica più rilevante in Lombardia. Da quando è stato introdotto, si contano più di 350 casi con una media di oltre 80 procedure all’anno.
I pazienti provengono dalla Brianza, ma anche da tutta la Lombardia, alcuni addirittura da fuori regione. La degenza media è di 36 ore.
“Il follow up seguito a 7 e a 30 giorni dall’intervento – ha aggiunto il primario – ha evidenziato notevoli risultati. Già dopo una settimana i pazienti hanno dichiarato di essere molto soddisfatti e dopo trenta non hanno riferito alcun disturbo urinario significativo, non usano più i farmaci per la prostata e sono tornati tranquillamente e meglio alle loro attività in pochi giorni”.
Questa scelta di terapia chirurgica laser può essere considerata e valutata anche per pazienti relativamente giovani: “pazienti che sarebbero condizionati per molti anni a trattamenti farmacologici, controlli periodici, esami del sangue, visite specialistiche strumentali e rischi di complicanze, oltre al deterioramento della funzione prostatica e vescicale”, ha concluso Franzoso.