Ospedale di Desio: da tutta Lombardia per l’urologia che usa la tecnica laser a luce verde, 350 casi dall’inizio

Più di 350 casi con una media di oltre 80 procedure all’anno per le operazioni alla prostata eseguite dall’Urologia dell’ospedale di Desio con la tecnica laser a luce verde. Parla il primario Francesco Franzoso.
Il responsabile del reparto di urologia dell'ospedale di Desio, Francesco Franzoso
Il responsabile del reparto di urologia dell’ospedale di Desio, Francesco Franzoso Paolo Volonterio

Il reparto di urologia dell’ospedale di Desio è leader in regione nel trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna col il sistema laser a luce verde.

A dirigere il reparto è il direttore Francesco Franzoso. La tecnica del green laser, è stata introdotta al centro ospedaliero di via Mazzini, quattro anni e mezzo fa circa.

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L’obiettivo? Attenuare o risolvere i problemi urinari, evitando nel 90-95%, le possibili complicanze, come un esito emorragico, tipiche di un trattamento della prostata. Di più: l’utilizzo del tecnica green laser permette al paziente di tornare rapidamente alla vita di tutti i giorni senza più disturbi. Naturalmente gli urologi di Desio adottano anche la chirurgia tradizionale, soprattutto in caso di volumi prostatici di grandi dimensioni, e tuttavia la nuova tecnologia, con la sua mini invasività, consente di acquisire risultati terapeutici significativi.

“La particolarità del laser verde – ha spiegato Franzoso – è che permette di operare anche pazienti, che sempre più spesso fanno uso di farmaci che possono causare facili sanguinamenti, offrendo anche a loro la possibilità di approcciarsi al trattamento chirurgico della prostata con più serenità e tranquillità, senza rischiare gravi fenomeni emorragici o evitando cateterismi vescicali”.

L’urologia di Desio, con questa tipologia di trattamento, registra la casistica più rilevante in Lombardia. Da quando è stato introdotto, si contano più di 350 casi con una media di oltre 80 procedure all’anno.

I pazienti provengono dalla Brianza, ma anche da tutta la Lombardia, alcuni addirittura da fuori regione. La degenza media è di 36 ore.

“Il follow up seguito a 7 e a 30 giorni dall’intervento – ha aggiunto il primario – ha evidenziato notevoli risultati. Già dopo una settimana i pazienti hanno dichiarato di essere molto soddisfatti e dopo trenta non hanno riferito alcun disturbo urinario significativo, non usano più i farmaci per la prostata e sono tornati tranquillamente e meglio alle loro attività in pochi giorni”.

Questa scelta di terapia chirurgica laser può essere considerata e valutata anche per pazienti relativamente giovani: “pazienti che sarebbero condizionati per molti anni a trattamenti farmacologici, controlli periodici, esami del sangue, visite specialistiche strumentali e rischi di complicanze, oltre al deterioramento della funzione prostatica e vescicale”, ha concluso Franzoso.