Due settimane fa l’amministrazione comunale di Arcore ha presentato “un’istanza di prelievo” tramite il suo legale per il progetto della Rsa nel pratone del PalaUnimec. Si tratta di un passaggio che ha come obiettivo sollecitare una decisione dell’autorità giudiziaria accorciando tempi tecnici, in nome dell’interesse pubblico. “Poiché non c’è una richiesta di sospensiva sul progetto associata al ricorso -ha spiegato Maurizio Bono- potremmo stare ad aspettare un anno e mezzo per una decisione nel merito. Con l’istanza che abbiamo già depositato si punta ad anticipare la decisione entro la fine di quest’anno”. L’obiettivo della giunta Bono è quello di lasciar dirimere la questione al tribunale. Se il Tar accogliesse le richieste della Casati, infatti, potrebbe essere necessario rimettersi a un tavolo con la Borgolecco Iniziative (immobiliare proprietaria dell’area interessata dal progetto) per trovare un’altra sede alla futura casa di riposo.
Rsa di Arcore: il ricorso della U.S. Casati
Il ricorso era stato presentato dalla società sportiva U.S. Casati che gestisce il palazzetto dello sport nel’autunno 2021 e contestava in particolare la delibera dell’amministrazione Colombo del giugno 2021 con cui si adottava il piano attuativo, ignorando le osservazioni presentate invece dalla Casati.
Osservazioni che parlavano di densità edilizia eccessiva, profili strutturali discutibili, interesse pubblico apparentemente ridotto del progetto che, va ricordato, era stato modificato rispetto alla versione originaria.
Nuova rsa di Arcore: interessi pubblici e privati
Dubbi venivano poi espressi sulle norme tecniche delle rsa: “Dal loro esame sorge più di un dubbio sulla conformità tra la soluzione adottata in progetto e i limiti di capienza massima previsti dalla legge”. Infine: “Per una struttura di quasi 7mila metri quadrati complessivi verrà ceduta al Comune un’area pari ad appena 138 metri quadrati (ossia un cinquantesimo del totale)”. Parole che bollavano il progetto come molto vantaggioso per l’operatore ma poco per gli arcoresi, al di là dell’utilità del servizio.
Se il Tar dovesse dare ragione alla società sportiva si tornerebbe al tavolo per trovare una location alternativa perché su un punto sono tutti d’accordo: la Rsa è una necessità per la città. Le ipotesi sono già al vaglio, “l’unica che sembra percorribile è quella dell’area della Provincia dove doveva sorgere la scuola superiore -ha detto il sindaco- finora il privato ha rifiutato, per evitare di dover ripartire da zero con l’iter, perdendo così tempo e soldi”. Una posizione che potrebbe cambiare se fosse la sentenza del Tar a volerlo.