Non solo le multe per chi a scuola dice parolacce e bestemmie. Negli istituti di Monza c’è anche chi ha pensato di convertire le sanzioni in lavori utili per la comunità scolastica. Le multe – che tanto hanno fatto discutere – sono state istituite dalla prof Manuelita Vella all’Olivetti: 50 centesimi per ogni parolaccia, 3 euro per una bestemmia, tutto il ricavato a un’associazione di volontariato.
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Al Mapelli invece chi sbaglia finisce per prendere in mano scope e palette oppure a riordinare la biblioteca. Così Aldo Melzi, dirigente del Mapelli di Monza spiega che i ragazzi che incorrono in sanzioni disciplinari si ritrovano a dare una mano al personale non scolastico, ai docenti o alle associazioni di volontariato. Invece di restare fermi le punizioni vengono tramutate in attività utili anche per la crescita. Ma non subito.
Succede se uno studente si azzuffa con un compagno o usa un linguaggio inappropriato, anche se “per fortuna si tratta di casi rari, forse una decina nel corso dell’anno”, dice il dirigente.
Se i ragazzi usano un linguaggio inadeguato, parolacce o bestemmie, incorrono nelle classiche note.
“Ma dopo tre richiami scritti il consiglio di classe si ritrova in seduta straordinaria e decide per una sospensione”.E poi? “In questo caso lo studente viene messo “al lavoro” nel senso che deve dare un aiuto al personale Ata, quindi nella pulizia della scuola ma non solo. Lo scorso anno per esempio i ragazzi hanno sistemato la biblioteca interna informatizzando e catalogando i testi.
Per i ragazzi al primo anno, in genere, sono previsti dei lavori in collaborazione con un’associazione del territorio che fa ippoterapia all’interno del parco di Monza. I ragazzi si occupano della cura dei cavalli, li puliscono e sistemano le stalle, in collaborazione con gli educatori dell’associazione che poi lavorano con i ragazzi con disabilità”.