«La celebrazione natalizia della nostra scuola dice che Natale è il giorno in cui nasce Gesù Cristo. Leggiamo brani del Vangelo, come l’Annunciazione. È una funzione cristiana cattolica che si sviluppa con la lettura della Parola e canti natalizi, dato che la nostra scuola è un ente cattolico. Ripeto: presiedo una celebrazione cristiana cattolica. Non ecumenica, non interreligiosa». Sono le parole di don Marco Oneta, parroco di San Biagio a Monza e come tale anche preside dell’Ecfop, l’istituto cattolico dove nei giorni scorsi si è saputo che non sarebbero state celebrate messe per Natale.
Il sacerdote conferma: la messa non verrà celebrata. Ma non è motivo di credere che per questo il Natale non sia osservato «né, tantomeno» che la festività sia « annacquata per presunte delicatezze nei confronti di chi non si dice cristiano». «È una decisione presa due anni fa – chiarisce – quando nel 2013 abbiamo percepito una particolare fatica dei ragazzi nei confronti dell’Eucaristia».
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Le parole del parroco sono state affidata al sito della diocesi di Milano e riferisce che il 90% degli studenti «o non è cristiano, o non è cattolico, o si dice lontano, se non addirittura ostile, dalla pratica religiosa. Le famiglie scelgono la nostra scuola per il suo riconosciuto livello di insegnamento». E allora la scelta di «aiutare i ragazzi a incontrare il fatto cristiano nei modi che sono più opportuni nel loro momento di vita», perché la funzione religiosa «faticava evidentemente a coinvolgerli. Abbiamo così pensato a forme celebrative, ribadisco cristiane, più rispondenti ai ragazzi che abbiamo davanti».