Monza, la versione della scuola: «Nessuna discriminazione legata all’orientamento sessuale»

Nessuna discriminazione per l’orientamento sessuale, ma tutela del ragazzo in una situazione di attenzione crescente verso di lui. La scuola professionale di Monza in cui si sarebbe verificata la storia di discriminazione ai danni di uno studente di 16 anni fornisce la sua versione.
Studenti in classe
Studenti in classe Menegazzo Sandro

Nessuna discriminazione per l’orientamento sessuale, ma tutela del ragazzo in una situazione di attenzione crescente verso di lui. La scuola professionale di Monza in cui si sarebbe verificata la storia di discriminazione ai danni di uno studente di 16 anni fornisce la sua versione. Secondo la denuncia dei genitori il ragazzo sarebbe stato allontanato dalla classe perché gay. Sulla vicenda è stata annunciata anche un’interrogazione parlamentare.


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“Lo studente minorenne R.G. non è stato fatto oggetto di alcuna discriminazione legata al suo orientamento sessuale – ha dichiarato don Marco Oneta, presidente dell’Istituto Ecfop di Monza, in una nota diffusa nella serata di martedì 29 settembre – I compagni hanno segnalato ai docenti del Centro di Formazione una foto pubblicata su un social media in cui R.G. era ritratto in un atto sessuale esplicito. L’immagine ha suscitato scalpore tra gli studenti e ha preso a circolare viralmente. Il preside della scuola ha chiesto ai genitori del ragazzo un incontro congiunto con i servizi sociali per segnalare l’accaduto e abbassare i toni suscitati da questo fatto all’interno dell’Ente. Per due giorni, nell’attesa di questo colloquio, per proteggerlo dal clamore suscitato dalla vicenda, R.G. ha svolto attività coerenti con il suo percorso formativo in una postazione all’interno del Centro. Lunedì il ragazzo si è presentato da solo, senza che sia stato possibile ottenere il colloquio con i servizi sociali e la famiglia, ed è stato riammesso in aula. In tutto questo l’orientamento sessuale del ragazzo non c’entra nulla, tantomeno l’intento era discriminatorio”.

La scuola cattolica, conclude il presidente, “ha inteso e intende, in presenza di un simile fatto grave come questo, accompagnare l’alunno RG per aiutarlo ad essere consapevole nella gestione della comunicazione della propria vita personale ed intima”.