Nessun vile gesto per danneggiare un simbolo della violenza contro le donne ma un incidente autodenunciato con tanto di promessa di ripagare il danno. Ha avuto un risvolto inaspettato la notizia divulgata alla stampa martedì 23 giugno dall’assessore Simona Buraschi e dal consigliere Pd Sara Spadafora con oggetto la distruzione della panchina rossa di piazza Arese, a Cesano Maderno.
Buraschi e Spadafora hanno criticato l’episodio aprendo al dialogo con gli autori, autori che in verità in quelle ore si stavano già autodenunciando. «Lunedì 22 giugno mio figlio di 15 anni stava giocando col cuginetto di 18 mesi sulla panchina – spiega R.Z. – Il piccolino saliva e scendeva, quando si è spaccata. Erano le 21, il municipio era chiuso. Martedì 23 ho telefonato ai lavori pubblici, ma erano aperti solo al pomeriggio. Ho richiamato, ho raccontato l’accaduto, ho lasciato a un’impiegata le mie generalità e mi sono detta pronta a pagare. Mi aspettavo di essere richiamata, invece mercoledì 24 il Comune ha pubblicato un post sulla sua pagina Facebook». Si tratta della nota divulgata da Buraschi e Spadafora.
«Sono stata volontaria 10 anni per l’associazione “Sacra Famiglia”, a mio figlio ho insegnato un forte senso civico. Quando abbiamo letto gli insulti sui social, ho voluto fare chiarezza». L’assessore aveva detto che in Comune non c’era traccia della segnalazione mentre R.Z. ha memoria delle chiamate all’ufficio tecnico comunale.
Ma tutto è bene quel che finisce bene: il sindaco, giovedì, ha incontrato R.Z. e si è scusato con lei per la mancanza di comunicazione tra gli uffici. Ha assicurato che la signora non dovrà pagare nulla per “l’incidente”: ci penserà l’associazione artigiani a riparare il danno.
(Notizia aggiornata)