Le reazioni della politica e della società alla maxioperazione antimafia in provincia di Monza, in Lombardia e in provincia di Reggio Calabria che ha portato a 27 misure cautelari tra cui l’arresto ai domiciliari del sindaco di Seregno Edoardo Mazza.
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«Ancora una vicenda in Lombardia di infiltrazione di mafia nelle istituzioni e nel sistema economico – ha commentato il segretario regionale del Pd Alessandro Alfieri – La politica e le amministrazioni pubbliche devono tenere alta la guardia e saper dimostrare di avere gli anticorpi necessari a respingere le pressioni e le lusinghe degli interessi criminali. Sulla lotta alle mafie non sono ammessi silenzi ma purtroppo alcune forze politiche, soprattutto in certi territori, non sono state sempre solerti nel condannare con fermezza. L’omertà della politica è ben più grave di quella dei normali cittadini».
«Complimenti alle forze dell’ordine per l’operazione anti ’ndrangheta condotta in Brianza. È bene estirpare ogni infiltrazione mafiosa nei nostri territori – hanno detto in una nota l’onorevole Paolo Grimoldi, deputato Lega nord e segretario Lega Lombarda, e il segretario provinciale Emanuele Pellegrini – Da sempre ci battiamo perché la politica sia trasparente e al servizio dei cittadini e continueremo a farlo con tutte le nostre forze. Abbiamo piena fiducia nella giustizia che auspichiamo possa fare piena luce su tutta la vicenda in tempi brevi. Come Lega Nord non facciamo sconti a nessuno quando si parla di mafia: se qualcuno ha sbagliato deve assumersi le sue responsabilità, pagarne il prezzo e deve essere allontanato, per sempre, da ogni incarico pubblico o elettivo. Via subito chiunque abbia rapporti con la criminalità organizzata».
«Mafia e politici connubio consolidato in Brianza. Unica arma di difesa non votarli più» dice il Movimento 5 Stelle.
«Cemento, mafia e politici a braccetto. Questa è la fotografia della Brianza, non a caso la provincia più cementificata d’Italia. Gli arresti di oggi sono l’ennesimo colpo durissimo alla credibilità della classe politica di centro-destra, in Brianza e in tutta la Lombardia, come dimostra la perquisizione degli uffici dell’ex vicepresidente della Regione Mario Mantovani che secondo il Gip di Monza era il politico di riferimento dell’imprenditore al centro dell’indagine – dichiara Gianmarco Corbetta, consigliere regionale M5S e membro della Commissione antimafia – Cemento e criminalità organizzata sono un connubio ormai consolidato, così come consolidati da tempo sono gli intrecci con la politica. Ormai non si può più parlare di “infiltrazioni” mafiose nel nostro territorio. La criminalità organizzata, in particolare quella di origine calabrese, è una presenza costante e ha piantato le proprie radici in profondità. Le responsabilità dei politici sono enormi e l’arresto odierno del sindaco forzista di Seregno ne è solo l’ultima dimostrazione. Politici, imprenditori e uomini d’onore arrestati a Desio nel 2011, a Monza nel 2013, a Seveso nel 2014, a Nova, Desio e Seregno nel 2015, a Carate Brianza e ancora a Desio all’inizio del 2017. Chissà se Salvini si presenterà col megafono a gridare “vergogna!” contro la giunta comunale sostenuta dai suoi uomini».
Cgil, Cisl e Coordinamento Libera di Monza Brianza ribadiscono dal canto loro “la volontà di opposizione e contrasto a ogni forma di illegalità”.
«Mentre la giustizia deve svolgere il proprio corso, per parte nostra riteniamo che i Protocolli a difesa della legalità, la denuncia degli abusi e la collaborazione con la Magistratura abbiano contribuito a costruire sul fronte contrattuale, nei luoghi di lavoro e nella società civile l’argine di contenimento dell’azione criminale dentro un’economia infetta, che nega alla radice il riconoscimento dei diritti di lavoratrici e lavoratori e più in generale dei cittadini – scrivono in una nota – Prioritari per noi sono l’effettiva ed efficace applicazione del Testo unico su appalti e subappalti in ambito pubblico e privato; l’affinamento degli strumenti di lotta alla corruzione, la verifica da parte degli organi competenti della possibilità di insediare la Commissione di accesso agli atti del Comune di Seregno per valutare il grado di infiltrazione mafiosa nel Comune stesso; la messa in campo di azioni legislative che favoriscano l’accesso al credito delle imprese, estirpando così l’usura e combattendo in profondità la presenza finanziaria delle mafie; una gestione decisamente migliore, specie nei tempi, dei beni confiscati alla criminalità di genesi mafiosa, favorendo la loro restituzione alla società; la lotta senza quartiere all’evasione fiscale e contributiva; il rispetto delle regole e la piena applicazione dei contratti nei rapporti di lavoro. Occorre agire per garantire le condizioni di piena legalità a sostegno di una economia sana e una politica trasparente, nella piena consapevolezza che ciò è la pietra angolare di una dinamica sociale improntata a equità e sostenibilità e la condizione per il pieno riconoscimento dei diritti del lavoro».