«Non è Natale senza il panettone Bettini» sentenziavano molti monzesi doc all’approssimarsi delle feste. E quest’anno, allora, che Natale sarà visto che la storica azienda di via Modigliani 14 ha spento definitivamente i suoi forni lo scorso 28 febbraio? Si può ipotizzare che sarà un Natale nostalgico in cui insieme ai dolci (è il caso di dirlo) ricordi riaffioreranno profumi e sapori.
Chi abitava nei pressi dello stabilimento rammenta che già a settembre si sentiva nell’aria il profumo di panettone. Gli “esperti” cedernesi di meteorologia affermavano che quando “l’udur del Betini” si faceva più intenso il tempo stava per cambiare. E, ancora, chi in gioventù abitava dalle parti di piazzetta Corridoni, prima sede dell’azienda, ricorda che il profumo dei dolci si percepiva nell’aria fin dentro la chiesa di San Maurizio. Il panettone Bettini era un’istituzione non solo in tante case monzesi, ma anche in diverse aziende per i tradizionali brindisi natalizi e per i regali da destinare a clienti e fornitori e persino negli ambienti sportivi.
Un vecchio tifoso del Calcio Monza torna indietro con la memoria fino agli anni in cui i biancorossi giocavano al Sada e le squadre ospiti nel periodo natalizio venivano omaggiate del gustoso panettone. La società amatoriale di calcio dell’A.C. Cederna era solita comprare panettoni in “quantità industriali” per festeggiare l’arrivo del Natale con i propri atleti. E per l’occasione il salone dell’oratorio era inondato di scatole bianco-verdi del Bettini che, oltretutto, richiamavano i colori sociali delle squadre. Anche i parroci che si sono susseguiti alla guida della comunità cedernese erano soliti regalare ai loro collaboratori i panettoni “made in Cederna”.
Ma Bettini non erano solo panettoni. A Pasqua si gustava la colomba e durante l’anno biscotti e brioche. C’erano gli habitué dei “rotti” che si recavano allo spaccio per acquistare i sacchetti dove c’erano pezzi di brioche e di biscotti difettati e fette di panettone che il forno aveva riscaldato un po’ troppo. L’intenzione era di portarli a casa per preparare la torta paesana ma prima di procedere all’impasto non era raro concedersi qualche assaggio… di troppo. La gita scolastica al Bettini è stata un appuntamento fisso per tanti bambini monzesi degli anni Settanta insieme alla visita alla Centrale del Latte e alla Corona Ferrea. Ricordi lontani ma indelebili come il gusto delle brioche con sopra gli zuccherini che si mangiavano a scuola durante l’intervallo.