Muggiò, niente Amazon per Panem: ma c’è già un’altra azienda pronta a occupare la parte inutilizzata del sito industriale

Ecco cosa succederà in via Pavia: Panitalia ha deciso di ridimensionare la propria sede, mantenendo Panem nella parte originaria dell’azienda, quella prima dell’ampliamento. L’altra metà del sito ha già trovato un acquirente
Una lavorazione della Panem
Una lavorazione della Panem Luca Scarpetta

Panem resta al suo posto. Non arriverà Amazon nel sito produttivo di via Pavia, nonostante i rumors che si sono susseguiti nelle ultime settimane. In effetti è stata molto più di un’ipotesi quella dell’approdo di una sede del colosso di Jeff Bezos a Muggiò, tanto che un accordo preliminare era già stato siglato, ma poi – complici anche le conseguenze della pandemia – è tutto tramontato, mentre al contrario si sono già aperti, con un’altra azienda, nuovi scenari per l’immediato futuro.

Procedendo con ordine, avevano dunque un fondamento alcune voci che sono circolate in città anche negli ultimi giorni che davano per certo l’arrivo di Amazon in via Pavia, ignorando però che il sito produttivo di Panem è tutt’altro che vuoto. Già, perché Panem non ha smesso di produrre, funziona e ha un piano industriale molto preciso, anche se la produzione non è certamente paragonabile a quella degli anni Settanta-Ottanta. Anzi, è stata proprio Panitalia, da circa tre anni la nuova proprietà di Panem legata ai mugnai di Molino Rachello, a condurre una trattativa con gli americani per la cessione del sito di produzione. L’approccio con Amazon, infatti, risale ad almeno due anni fa quando la nuova società di Panem aveva deciso di lasciare una sede ormai sovradimensionata rispetto alla produzione attuale, per spostarsi in una più piccola e funzionale al nuovo progetto.

Così Amazon, che aveva mostrato interesse per l’acquisto del sito di via Pavia, dopo una lunga e attenta analisi aveva poi presentato un’offerta di acquisizione giudicata idonea alle aspettative, tanto che le due parti avevano anche siglato una sorta di pre-accordo per la cessione dell’intero sito produttivo ad Amazon, mentre Panem si sarebbe trasferita fuori da Muggiò. Nel frattempo, però, è arrivata la pandemia e, nonostante gli ottimi risultati in termini di fatturato che la situazione d’emergenza ha portato alla Panem, che oggi produce solo pane a lunga conservazione, il costo del trasferimento in un altro sito sarebbe stato troppo alto, senza contare i rischi legati all’eventuale danneggiamento dei forni durante il trasporto, che avrebbero comportato tempi di riparazione biblici, bloccando per mesi la produzione.

Nello stesso momento anche Amazon, facendo due conti post-pandemia, non si è dimostrata più così convinta dell’investimento, tanto che le due parti hanno optato per la risoluzione dell’accordo preliminare. A questo punto, allora, Panitalia ha deciso di virare su una soluzione alternativa: ridimensionare la propria sede, mantenendo Panem nella parte originaria dell’azienda, quella prima dell’ampliamento, mentre l’altra metà del sito, dopo essere stata messa in vendita, ha già trovato un acquirente: si tratta di un’azienda del territorio con cui sarebbe già stato siglato un accordo preliminare. Il marchio storico di via Pavia, dunque, non si muove e continuerà a produrre a Muggiò.