Muggiò: debiti, degrado, centro commerciale, palazzetto. Tutte le fake news sull’ex Magic Movie

Nonostante quindici anni di inchieste e centinaia di articoli continua a galoppare la disinformazione intorno all’ex multisala Magic Movie Park, sulla quale è sorta una vera e propria letteratura parallela
muggiò magic movie
muggiò magic movie Luca Scarpetta

La pulizia della Sp131, realizzata negli ultimi giorni dell’anno, è una notizia vera, tutto il resto sono “Magic Fake News”. Nonostante quindici anni di inchieste e centinaia di articoli, infatti, continua a galoppare la disinformazione intorno all’ex multisala Magic Movie Park, sulla quale è sorta una vera e propria letteratura parallela. Qui di seguito riportiamo quelle più frequenti, cercando di darne invece un’interpretazione corretta, partendo da un presupposto: la discarica non l’ha fatta il Comune ma è il risultato del comportamento incivile di molti cittadini.


Debiti altrui

: “Il Comune di Muggiò, acquistando l’ex multisala per 1 milione 700 mila euro, compra debiti altrui”. Falso. Intanto non bisogna dimenticare il punto di partenza: quando l’immobile fu battuto all’asta per la prima volta, il suo costo oscillava intorno ai 35 milioni di euro e il Comune di Muggiò, già allora, era tra i creditori di quella cifra per tasse sull’immobile e sui rifiuti mai pagate dalla proprietà per un valore di 1 milione 200 mila euro. La multisala è stata pagata grazie all’escussione di una fideiussione di quasi 3 milioni di euro, per opere mai realizzate dal costruttore e vincolate all’operazione.


Soldi pubblici

: “Si tratta di soldi pubblici che potevano essere utilizzati per altro”. Falso. Partendo dalla premessa che su tutta l’operazione ha vigilato la Corte dei Conti, le fideiussioni erano legate alla convenzione stipulata nei primi anni duemila e da normativa vincolate all’opera. È la legge dello Stato, dunque, che ne vincola l’utilizzo.


Il degrado

: “Soldi buttati, con tutto il degrado che c’è in giro, si potevano usare per altro”. Falso. Non bastasse come premessa quanto detto sopra, c’è da chiedersi se la multisala non sia forse l’area più degradata di Muggiò. E allora perché non si sarebbe dovuti intervenire?


Centro commerciale

: “Piuttosto che demolirlo avrebbero potuto fare un altro centro commerciale”. Falso. «In questi dieci anni – ha raccontato più volte Umberto Grella, avvocato della Curatela fallimentare del Tribunale di Monza – ho visto centinaia di operatori interessati all’acquisto dell’immobile: imprenditori dei settori più disparati, dalla logistica al commercio; sono venuti, hanno visitato la struttura, salutato e sono spariti». Proprio Grella negli ultimi due anni ha dichiarato come l’unica soluzione fosse l’acquisto da parte del Comune.


Palazzetto dello sport

: “Si sarebbe potuto fare un palazzetto dello sport, un cinema, un teatro, una piscina, un ospedale, case con affitti calmierati, una biblioteca, ma il Comune non ha idee”. Falso. Fin dall’amministrazione Fossati in avanti, le idee – alcune anche molto suggestive – si sono sprecate, come anche i potenziali acquirenti, come testimonia Grella: dalla scuola di recitazione per il cinema alla centrale per la produzione industriale di energia elettrica a pannelli fotovoltaici, da sede di Decathlon a quella di DHL. Il Comune non ha denaro per realizzarle, in assenza di un privato disposto ad investire. E di privati non ce ne sono mai stati.


Immondizia

: “Non fanno niente per pulire e per evitare che la gente butti immondizia”. Falso. La pulizia dell’area è avvenuta più volte in questi anni, a spese del Comune e dei contribuenti, con esborsi da 40 mila euro alla volta, anche per pulire la strada che è di competenza della Provincia. Inoltre sono state installate cinque-sei telecamere proprio lungo la 131 che hanno già portato ad una ventina di sanzioni.


Tossici:

“Se faranno un parco, come si vocifera, sarà destinato a tossici e spacciatori”. Falso. Intanto la multisala si trova già all’interno di un parco, il Parco Grubria, che appare quindi come la sua naturale destinazione d’uso. Per garantirne la sicurezza, poi, le telecamere non saranno rimosse.

Dunque? Sdrammatizzando, direbbe Maurizio Crozza: «Mai fidarsi troppo del giudizio dei cittadini: nel referendum più famoso della storia hanno liberato Barabba».