Luca Rivolta compirà 21 anni quest’anno. È di Monza, è diplomato all’istituto Olivetti, sogna di fare il cuoco, ma al momento è in cerca di un lavoro. È lui il primo vaccinato con il vaccino Covid eVax messo a punto da Rottapharm Biotech di Monza e Takis di Roma.
«È stata mia mamma Gege a leggere quest’estate dell’appello dell’ospedale San Gerardo alla ricerca di volontari sani per il nuovo vaccino – racconta al termine della conferenza stampa convocata nell’auditorium dell’ospedale di Monza lunedì primo marzo – ci siamo iscritti sia io che mia sorella».
Quando ha ricevuto la chiamata e ha saputo che sarebbe stato il primo in Europa a essere sottoposto a un vaccino a dna ha reagito «con un misto di agitazione ed emozione», ma in ospedale, lunedì mattina si è presentato da solo. Così è salito al decimo piano del settore A dell’ospedale San Gerardo dove ha sede il Centro di ricerca clinica di fase 1, uno dei pochi in Italia all’interno di un ospedale pubblico.
Ad accoglierlo la professoressa Marina Cazzaniga, direttrice del Centro e tutto lo staff. «Mi hanno fatto gli ultimi accertamenti di controllo e poi ho ricevuto il vaccino con la tecnica dell’elettroporazione – racconta – l’elettroporatore è una sorta di pistola con un ago che emette una piccolissima scossa elettrica e favorisce l’ingresso della molecola di dna nelle cellule. Alla fine si sente una leggera pressione e una botta, ma il dolore dura pochi secondi. Avevo già provato l’elettroporazione a dicembre e quindi ero preparato».
La motivazione di Luca è una motivazione forte che ha colpito tutto lo staff del Centro di ricerca di fase 1: «In un momento di pandemia – spiega – è giusto che ognuno faccia la propria parte. Io ho pensato di aiutare la ricerca e l’ho fatto anche per mio nonno Natale che ha 84 anni e vive con noi. È stato un modo per proteggerlo anche se a breve dovrebbe essere vaccinato, perché da un anno abbiamo sempre avuto tanta paura di portare il virus in casa».
La scelta di Luca è molto lontana da quella di tanti suoi coetanei protagonisti proprio nell’ultimo fine settimane di ritrovi, aperitivo e feste non autorizzate. «Mi è sembrato da veri irresponsabili pensare di poter agire in questo modo sapendo che saremmo tornati arancioni oggi – dice – è proprio per chi pensa di potersi fare l’ultima serata in zona gialla che il livello di contagio non si abbassa».
Luca oggi ha ricevuto la dose più bassa di vaccino da 0,5mg, per due giorni sarà tenuto sotto osservazione per rilevare eventuali effetti collaterali e fra 28 giorni riceverà la seconda dose. Dopo saranno gli esami del sangue a stabilire se il vaccino ha fatto effetto e avrà sviluppato gli anticorpi per contrastare il virus.