Perplessi per non dire scettici: i sindaci della Brianza non sono entusiasti di fronte all’ipotesi di rivedere nuovamente i confini delle aziende ospedaliere. Giovedì durante l’incontro con i consiglieri regionali e i rappresentanti sindacali di medici e infermieri convocato dal presidente della Provincia Luca Santambrogio sono stati chiari: chiedono, innanzitutto, il ripristino dei servizi nei poliambulatori smantellati negli ultimi anni.
Il ritorno di Desio con Vimercate è stato auspicato dall’alleanza al Pirellone formata dal forzista Federico Romani, dal democratico Gigi Ponti, dal leghista Andrea Monti e dal pentastellato Marco Fumagalli che per primo ha presentato la proposta di trasformare il San Gerardo in istituto di ricerca. «Nessuno uscirà sconfitto dal riassetto» ha affermato Romani. «Stiamo provando – ha aggiunto Ponti – a cambiare una situazione che non piace a nessuno». Ora, ha proseguito, nascerà una cabina di regia che dovrà verificare quante risorse potranno essere recuperate e come organizzare il percorso. «La trasformazione del San Gerardo – ha assicurato Monti – consentirà di valorizzare tutti gli ospedali» e, ha garantito Fumagalli, «permetterà di rilanciare la sanità pubblica oltre che di valorizzare Desio senza penalizzare Monza».
Si è, invece, mostrato più tiepido il leghista Alessandro Corbetta secondo cui i sei mesi ipotizzati per il processo sono insufficienti. Il riassetto rappresenta un falso problema anche per Marco Mariani, il terzo esponente del Carroccio al Pirellone: «Dobbiamo – ha ricordato – capire le esigenze delle persone. Desio sta smobilitando con la chiusura di alcuni reparti: l’Irrcs è un’occasione da non sprecare» ma occorrono maggiori attenzioni per gli altri presidi.
Il riordino, hanno affermato i rappresentanti sindacali, si inserisce in un quadro fosco, soprattutto al San Gerardo dove la carenza di personale sta diventando sempre più pesante. Mancano medici e infermieri, le liste di attesa si allungano e le attese al cup sono estenuanti, hanno incalzato Giuseppe Leone della Cisl, Donato Cosi del Nursind e Donata Dinella del Cub: «Abbiamo aperto una vertenza – hanno affermato – abbiamo scioperato eppure il direttore generale Mario Alparone non ci riceve».
Le loro proteste si sono aggiunte alle perplessità dei sindaci: «Serve – ha spiegato il limbiatese Antonio Romeo – uno studio che metta in risalto gli aspetti positivi e negativi delle diverse ipotesi. Le riorganizzazioni vanno fatte nell’interesse dei cittadini: perché non creare due aziende ospedaliere invece che una che accorpi Desio e Vimercate?». «Dobbiamo far ripartire i poliambulatori che non funzionano per la mancanza di medici» ha sollecitato la lissonese Concetta Monguzzi. «La questione – ha commento il desiano Roberto Corti – non deve ruotare attorno al futuro di Desio, ma alle risorse: la qualità della sanità è crollata per carenza di investimenti». Nel processo, hanno concluso i sindaci di Seregno Alberto Rossi e di Verano Massimiliano Chiolo, dovono essere coinvolti i comuni.