Monza: vent’anni dopo, l’arazzo di Gino Rapicavoli in Questura

Sabato 2 novembre la cerimonia per la donazione alla Questura di Monza di un arazzo fatto realizzare dall'agente Gino Rapicavoli, scomparso vent'anni fa.
La Questura di Monza
La Questura di Monza e Brianza Fabrizio Radaelli

Un piccolo arazzo, un quadrato di 60 centimetri per lato, che da vent’anni attende di trovare casa nella “famiglia della Polizia di Stato”.
Una “dimostrazione d’amore”, così scrisse in calce al drappo, vent’anni fa, l’agente Gino Rapicavoli da un letto d’ospedale dal quale non sarebbe purtroppo più uscito. Raffigurante l’allora stemma della Polizia di Stato, nel frattempo aggiornato, Rapicavoli l’aveva fatto realizzare da un’artista monzese, Mariella Convertini. Sperava di poterlo portare di persona all’allora Commissariato di viale Romagna. Di appenderlo all’ingresso, ben visibile da tutta la sua “famiglia” e da chiunque accedesse agli uffici.

Monza: l’arazzo di Gino Rapicavoli in Questura, cerimonia il 2 novembre a vent’anni dalla scomparsa del polizione

Non è accaduto allora, ma finalmente avverrà sabato 2 novembre, a vent’anni dalla scomparsa del poliziotto. La “famiglia” è la stessa, nel frattempo è cambiata la casa, ora è la Questura di via Montevecchia. Un sogno realizzato dalla moglie Elena grazie all’allora primo dirigente del Commissariato Angelo Re e da tanti amici e colleghi dell’indimenticato poliziotto.

L'autore

Classe 1971, faccio il giornalista dal secolo scorso, da fresco universitario. Sempre fedele al Cittadino, sono stato prima collaboratore locale, poi, da assunto, praticante e infine professionista, dal 2008. Le mie passioni? La cronaca nera e le storie (belle) delle persone. Ma anche lo sport, il rosso (Ferrari e Ducati), il verde dei campi da calcio e l’arancione di quelli da tennis (e del pallone da basket). E poi le serie tv, i libri di Simenon e una pedalata al parco, di Monza naturalmente.