Un piccolo arazzo, un quadrato di 60 centimetri per lato, che da vent’anni attende di trovare casa nella “famiglia della Polizia di Stato”.
Una “dimostrazione d’amore”, così scrisse in calce al drappo, vent’anni fa, l’agente Gino Rapicavoli da un letto d’ospedale dal quale non sarebbe purtroppo più uscito. Raffigurante l’allora stemma della Polizia di Stato, nel frattempo aggiornato, Rapicavoli l’aveva fatto realizzare da un’artista monzese, Mariella Convertini. Sperava di poterlo portare di persona all’allora Commissariato di viale Romagna. Di appenderlo all’ingresso, ben visibile da tutta la sua “famiglia” e da chiunque accedesse agli uffici.
Monza: l’arazzo di Gino Rapicavoli in Questura, cerimonia il 2 novembre a vent’anni dalla scomparsa del polizione
Non è accaduto allora, ma finalmente avverrà sabato 2 novembre, a vent’anni dalla scomparsa del poliziotto. La “famiglia” è la stessa, nel frattempo è cambiata la casa, ora è la Questura di via Montevecchia. Un sogno realizzato dalla moglie Elena grazie all’allora primo dirigente del Commissariato Angelo Re e da tanti amici e colleghi dell’indimenticato poliziotto.

