«Se il Partito democratico vuole intercettare le persone deve offrire soluzioni concrete a chi sta peggio». A dirlo non è un militante qualsiasi, ma Pietro Virtuani che fino a domenica primo ottobre sarà il segretario del Pd brianzolo: poi, da lunedì, lascerà ogni incarico di vertice e rimarrà consigliere comunale di opposizione a Brugherio.
Domenica passerà il testimone al triuggese Lorenzo Sala, unico candidato alla segreteria in occasione del congresso provinciale che si svolgerà in concomitanza con quello regionale che vede in corsa solo Silvia Roggiani. A Monza si voterà anche per rinnovare i sei circoli e per eleggere il responsabile cittadino tra i tre candidati in lizza: Villy De Luca, Valerio Imperatori e Antonio Zaccagnino.
Congresso Pd, Virtuani: il partito che cambia
A pochi giorni dalla scadenza dell’incarico Virtuani traccia un bilancio dei dieci anni trascorsi alla guida della formazione: la durata del suo mandato è già un record dato che da quando è stato eletto, nell’ottobre 2013, si sono avvicendati parecchi segretari nazionali.
«Il Pd è cambiato moltissimo – afferma – solo lo scorrere i nomi degli ex segretari è sufficiente per farsene un’idea. Ci sono stati abbandoni e scissioni: i circa 500.000 iscritti si sono dimezzati e in Brianza sono calati da 2.700 a 1.600 perché i partiti faticano a essere riconosciuti come luoghi di partecipazione».
Virtuani, il Pd, la Brianza e le correnti romane
In una decade Virtuani ha affrontato numerose campagne elettorali: ha visto crescere i consensi che hanno consentito al centrosinistra di amministrare molti comuni tra il 2011 e il 2015 e poi li ha visti crollare mentre tante città, Monza compresa, passavano al centrodestra, ha vissuto momenti di euforia e altri di sconforto. «Le soddisfazioni più belle – commenta – sono legate alla riconquista di Monza e di Seregno e agli anni in cui, con Gigi Ponti e Roberto Invernizzi, abbiamo guidato la Provincia». I rospi più grossi li ha ingoiati a ridosso delle elezioni politiche, quando «le dinamiche correntizie romane hanno prevalso nella compilazione delle liste».
«È accaduto con Matteo Renzi e con Enrico Letta – incalza Virtuani – e abbiamo toccato il picco poche settimane fa» quando Roma ha impedito ai brianzoli di partecipare alle suppletive del 22 e 23 ottobre con un loro candidato e ha stretto un accordo con Marco Cappato che ha suscitato le proteste di molti sindaci e di buona parte della base.