Sono almeno due le trasformazioni fondamentali previste per l’area dell’ex Buon Pastore di via Cavallotti a Monza, dismessa da decenni. La prima riguarda la metamorfosi della chiesa, sconsacrata da tempo, in una struttura commerciale, «in un luogo – ha spiegato la nuova proprietà, la società BP Real Estate, che riferisce di contatti con realtà internazionali interessate a investire sul territorio – in grado di sviluppare l’aggregazione e la socializzazione, che sia vivo e frequentato tutto il giorno».
Oggi e Ieri
FOTO Le foto del sopralluogo nell’area dismessa
FOTO Dentro l’ex convento Buon pastore di via Cavallotti a Monza (gennaio 2017)
Mentre la seconda prevede l’apertura al pubblico dell’area verde di oltre due ettari (un vero e proprio parco) presente nel cuore della proprietà.
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La seconda tappa del tour promosso dall’amministrazione comunale nelle aree dismesse della città ha puntato l’attenzione, martedì mattina, sui 28mila metri quadri, tutelati dalla Soprintendenza, che si estendono a poche centinaia di metri dal centro storico: un complesso costituito, oltre che dalla chiesa panottica (una rarità, per il nostro territorio), da Villa Angela, risalente alla metà del Seicento, e dagli edifici, costruiti alla fine dell’Ottocento, che a lungo hanno ospitato l’ex convento delle suore.
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Fino al 2006 di proprietà dell’istituto religioso Buon Pastore e negli ultimi anni abusivamente occupata da un gran numero di sbandati e senza fissa dimora, l’area sei mesi fa è passata nelle mani della nuova proprietà. Durante la scorsa amministrazione i precedenti operatori avevano mosso i primi passi ed erano anche stati fatti dei passi amministrativi non ancora ufficiali, inclusi sopralluoghi con la commissione urbanistica. Le ipotesi non si erano però mai trasformate in proposte.
«È un’area straordinaria – ha commentato l’assessore allo Sviluppo del territorio Martina Sassoli – Pensare che qui potrebbe nascere un parco di ventimila metri quadri aperto a tutti lascia senza parole. Per questo siamo più determinati che mai nel voler dialogare con il privato per restituire finalmente alla città questa meraviglia. Sarà una bella scommessa, non solo per gli investitori internazionali ma anche per l’amministrazione: una scommessa che vogliamo vincere».