La burrascosa relazione con una monzese era finita, ma lui ha continuato a perseguitarla con violenze e intimidazioni con cadenza quasi quotidiana. Anche davanti ai due figli minorenni. Per questo la polizia di Stato ha deciso la sorveglianza speciale nei confronti dell’uomo, classe ’80 e originario di Roma, come “prevenzione della “violenza di genere””. Uno stalker persistente, più volte arrestato dagli uomini del commissariato di Monza. Un uomo che deteneva anche un’arma in virtù del suo lavoro di guardia privata, poi ritirata in via cautelare dalle forze dell’ordine.
Il provvedimento è stato elaborato dalla Divisione Anticrimine: una proposta di sorveglianza speciale di Pubblica sicurezza, introdotta con la riforma del Codice antimafia del novembre 2017, “che consente di applicare la misura di prevenzione anche agli indiziati di stalking, prescindendo dalle sorti del procedimento penale e dall’eventuale condanna, alla stessa stregua dei mafiosi”, spiega una nota degli investigatori. Il tutto per prevenire conseguenze ancora più gravi della persecuzione, come aggressioni o femminicidi.
Gli episodi incriminati in alcuni casi avrebbero coinvolto i figli con l’obiettivo di screditare l’altro genitore, la cosiddetta alienazione genitoriale. Le indagini hanno rivelato che l’uomo, descritto come persona dal temperamento molto aggressivo, era solito presentarsi a casa dell’ex compagna con diverse armi bianche, tra cui coltelli e uno strumento per l’autodifesa studiato per provocare dolore, il kubotan, un punteruolo in metallo progettato per colpire zone sensibili del corpo come nervi o ossa sporgenti.
L’uomo ha anche violato costantemente tutte le misure cautelari, come il divieto di dimora nella provincia di Monza e Brianza fino agli arresti domiciliari, venendo più volte arrestato dal commissariato di Monza.
Con la sorveglianza speciale, sono state imposte prescrizioni specifiche a tutela della vittima (come il divieto assoluto di avvicinarsi alle parti offese) ma anche prescrizioni rivolte al suo recupero sociale, come l’invito a prendere contatti con il Centro Italiano per la Promozione della Mediazione di Milano per sottoporsi ad un percorso di trattamento psicologico.