Monza: una raccolta fondi per il San Gerardo in memoria di Marta, morta a 15 anni

Raccolta fondi per sostenere il reparto di Terapia Intensiva Neurochirurgica dell’ospedale San Gerardo di Monza per Marta Roncoroni, morta a 15 anni.
Chiesa San Giuseppe Monza
Chiesa San Giuseppe Monza

Un’onda di solidarietà per ricordare Marta Roncoroni e per sostenere il reparto di Terapia Intensiva Neurochirurgica dell’ospedale San Gerardo di Monza affinché possa curare e (possibilmente) guarire altre persone. Marta aveva solo 15 anni. Li aveva compiuti l’11 dicembre. È morta per le conseguenze di un tumore.

Monza: Marta Roncoroni aveva appena compiuto 15 anni

Il suo, come scrive il papà Giovanni, parlando a nome della stessa Marta, in prima persona, è stato un compleanno “diverso dal solito, a suo modo unico, vissuto in un mondo sospeso e lontano, dove tempo, spazio, suoni, luci e colori hanno un senso completamente diverso da quello comune”.
Marta da due giorni ha raggiunto una nuova dimensione e sarà salutata da chi le ha voluto bene sabato 23 dicembre alle 14.30 nella chiesa di San Giuseppe, in via Guerrazzi.

Monza: la famiglia ha avviato una raccolta fondi per la Terapia intensiva neurochirurgica del San Gerardo

Nel frattempo il quartiere, le amiche del corso di ginnastica acrobatica e delle Petites Etoiles e i compagni di scuola si sono mobilitati seguendo l’invito di papà Giovanni, che ha aperto una raccolta fondi sulla piattaforma GofundMe.
La cifra da raccogliere è 75.000 euro e finora ne sono stati raccolti più 56.000. La famiglia di Marta ha voluto trasformare un evento terribile in qualcosa di buono. Ringraziare il reparto, “che oltre alla competenza tecnica ha dimostrato tanto amore” nei confronti di Marta e dei suoi cari, e cercare di dotarlo di nuovi strumenti.

Monza: si era sentita male un mese fa

Marta si era sentita male all’improvviso poco più di un mese fa. Aveva trascorso una giornata normale. Era stata a scuola e in palestra. Ma quel mal di testa troppo forte, anomalo, aveva spinto i genitori a portarla al più presto in ospedale. E qui la diagnosi è stata infausta: una malattia che Marta non sapeva di avere. Medici e infermieri sono stati la sua seconda famiglia e ora Marta, il suo papà ne è sicuro, vorrebbe ringraziarli e fare in modo che essi possano aiutare altri pazienti.