La strada è lunga e nessuno lo nasconde: non essendo rientrato nei progetti di fase 2 all’interno dell’accordo di programma con la Regione (l’intesa che ha portato la Lombardia nella proprietà indivisa della Reggia, con 55 milioni di euro), il recupero va datato nella fase 3.
«Sette-otto anni» come prospettiva minima per muovere passi, dice il sindaco-presidente del Consorzio Villa reale e Parco, Paolo Pilotto, non nascondendo irritazione: se il nodo della “disponibilità” di Villa Mirabellino fosse arrivato prima del 3 maggio scorso (e si poteva fare, dice, sarebbero bastati, come sono bastati, circa sei mesi di lavoro), i lavori sarebbero potuti rientrare nella fase 2, quella già finanziata. Non è così, ma Consorzio e amministrazione comunale, forti dell’incredibile successo nei Luoghi del cuore Fai dello scorso anno (decimo posto nazionale come bene da salvare in Italia), vogliono fare un primo passo: rendere di nuovo disponibile il belvedere della villa gemella del Mirabello, l’area che si affaccia proprio sul viale dei carpini che collega le due dimore storiche.
Monza, primo passo per il Mirabellino: il progetto da 50mila euro
Il progetto c’è ed è stato presentato al Fai: 50mila euro in tutto, la cifra che occorre grazie all’analisi dell’agronomo del Parco, Dante Spinelli, per restituire un primo spazio ai cittadini, racconta l’assessora Arianna Bettin, ospite del Festival del Parco insieme a Pilotto stesso e a Elena Colombo, capo delegazione del Fai Monza. L’occasione, per il sindaco-presidente, anche di togliersi due sassolini dalle scarpe: il tempo perso per farsi riconoscere la gestione del Mirabellino (che resta del Demanio dello Stato, ma è passato in gestione al Consorzio) e lo scarso riscontro avuto dopo l’annuncio atteso da anni. «Mi aspettavo entusiasmo» ha detto, invece la notizia è caduta nel vuoto: occorre che i cittadini facciano la loro parte, con idee e progetti, creando quella massa critica indispensabile perché si portino avanti le iniziative (e non solo quando c’è da lamentarsi, in sintesi).
Monza, primo passo per il Mirabellino: masterplan o no
Intanto, comunque, il primo passo: restituire a Monza lo spazio esterno sul retro del Mirabellino, un porticato neoclassico che sarà circondando da liriodendri, l’albero dei tulipani (già presenti nella rotonda che ne porta il nome, lungo viale Cavriga), affacciati sull’ex ippodromo e dal quale si potrà ammirare il cannocchiale verso il complesso del Mirabello, le due ville volute dal cardinale Durini.
Poi verrà il tempo di correggere le righe del masterplan che parlano del Mirabellino: la scheda dei tecnici riferiva di interventi di là da venire (con una prospettiva di 25 anni) perché bene “non nella disponibilità del Consorzio”. Ora lo è, e attende idee, fondamentalmente: il suggerimento dei tecnici era di farne uno spazio con destinazione culturale, in relazione al Mirabello (e in collegamento con cascina Milano, altro bene passato in gestione dal Demanio, a fianco del Mirabellino). E poi, ovviamente, serviranno fondi. E tanti.