Monza prende lezioni tedesche di sostenibilità (con il sostegno del Comune)

Gli studenti del Mosè Bianchi che avevano dimostrato le troppe barriere viabilistiche di Monza sono stati inviati in missione speciale in Germania per capire come si può cambiare. Con il sostegno anche del Comune.
mose a friburgo
mose a friburgo Alessandra Sala

Vivere senza macchine? È possibile. Pedoni che si muovono in sicurezza ciclabili che sembrano autostrade. Mezzi di trasporto in orario e funzionanti. Non è fantascienza, ma Friburgo.

Un esempio di mobilità sostenibile, dove le persone possono muoversi senza dover usare le automobili o, quando capita, la convivenza tra persone e mezzi è civile. Friburgo è una città a misura d’uomo, i ragazzi di A3 Cat, costruzione ambiente e territorio dell’istituto Mosè Bianchi lo hanno visto con i loro occhi.

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Gli studenti accompagnati dai docenti Marco Visconti e Alessandra Colombo e dall’architetto Beretta, del comune di Monza, sono stati per tre giorni nella città tedesca per osservare con mano come sia possibile la mobilità sostenibile. Una tre giorni che rientra nel progetto ministeriale a cui ha aderito anche l’amministrazione monzese per diffondere la cultura della sostenibilità.


I ragazzi stanno sperimentando lo stato di salute della città, scontrandosi con mezzi in ritardo, ciclabili a singhiozzo e l’impossibilità di muoversi a piedi. L’idea di portarli a visitare Friburgo è nata proprio per dimostrare che è possibile anche una vivibilità differente. L’amministrazione crede e condivide questo progetto tanto che ha, in parte, contribuito alle spese. «C’è rispetto verso chi non è motorizzato – spiega la professoressa Colombo – cosa che in Italia non ho mai visto. Si tratta di una realtà completamente diversa da quella cui siamo abituati, persino in periferia i bambini giocano in strada, vanno a scuola da soli a piedi dalla prima elementare perché c’è un percorso per loro, non esistono pericoli e le macchine danno la precedenza alle persone. Penso che i ragazzi abbiamo capito come dover fare per rendere una città più sostenibile». Proprio i ragazzi erano reduci dall’esperienza di muoversi in città con le carrozzine per disabili e si sono imbattuti in una serie di barriere architettoniche.

«Dopo l’esperimento a Monza abbiamo visitato Friburgo – dicono Simone e Christian-. Un altro mondo. Non esistono barriere architettoniche. Non esistono nemmeno tante macchine che girano in città. Le persone si muovono a piedi o in bicicletta, molte vengono noleggiate nei pressi della stazione ma a un costo irrisorio al mese. Abbiamo capito che, nella veste di architetti del futuro, è possibile rendere la città più sostenibile. Pensando a ciclabili che colleghino meglio la città ed eliminando le barriere architettoniche. Sulla questione mezzi di trasporto non possiamo fare nulla».