Monza, ospedale San Gerardo all’avanguardia per i nati prematuri: in tin aprono le “family room”

Sarà la prima terapia intensiva neonatale (tin) in Italia, e la seconda in Europa con “family room”. E sarà a Monza. Tutto è (quasi) pronto nei 1800 metri quadri dell’avancorpo ristrutturato dell’ospedale San Gerardo per il trasloco del reparto, previsto entro la primavera 2016.
Monza, il rendering di una delle stanze
Monza, il rendering di una delle stanze Rosella Redaelli

Sarà la prima terapia intensiva neonatale (tin) in Italia, e la seconda in Europa con “family room”. E sarà a Monza. Tutto è (quasi) pronto nei 1800 metri quadri dell’avancorpo ristrutturato dell’ospedale San Gerardo per il trasloco del reparto, previsto entro la primavera 2016.

«L’obiettivo – spiegava Paolo Tagliabue, direttore della neonatologia monzese dal 2000, al Cittadino prima dell’estate – è quello di realizzare stanze singole dove mamma e papà potranno stare con il loro bambino».

Per realizzare il progetto il primario insieme ai vertici della Fondazione Monza e Brianza per il bambino e la sua mamma, che a Monza gestisce tutti i reparti materno-infantili sono stati in Olanda: «Abbiamo visto come funziona la terapia intensiva dell’ospedale di Eindhoven – continua Tagliabue- lì sono stati i primi a realizzare delle “family room” e si sono dotati di un sistema di monitoraggio all’avanguardia che permette al personale medico ed infermieristico di tenere sotto controllo, a distanza, i parametri vitali di ogni piccolo paziente».

Gli studi clinici hanno dimostrato che la vicinanza del neonato prematuro alla sua mamma porta notevoli benefici per la crescita, facilita l’allattamento, riduce drasticamente il rischio di infezioni e di ipoglicemia.

Già dal 1985 la Tin di Monza è aperta ai genitori senza orari stabiliti, così come prevede la Carta dei diritti dei prematuri. Nella realtà però la sistemazione attuale del reparto (primo piano del settore B) con un’unica grande stanza che raccoglie le 25 culle non consente ai genitori di avere uno spazio “privato”da condividere con il proprio bambino, non c’è il posto nemmeno per una poltrona letto per trascorrere la notte.

Ecco perché il nuovo progetto da 1,5 milioni di euro triplica gli attuali spazi della terapia intensiva e prevede la creazione di quattro stanze ampie che possono accogliere anche due culle in caso di parti gemellari, 11 stanze standard, 10 stanze più piccole di terapia sub intensiva per ricoveri più brevi.

A queste camere si aggiunge un locale tecnico ad alta tecnologia con due culle per i casi più gravi o per stabilizzare il neonato subito dopo il ricovero e due camere relax per i genitori con televisione, tavoli e forni a microonde per consumare i pasti senza allontanarsi dai propri piccoli.

Il monitoraggio dei parametri vitali di ogni ricoverato sarà assicurato da due grandi monitor nei locali destinati al personale medico ed infermieristico: tutte le 40 infermiere e i 14 medici saranno dotati di smartphone che vibreranno per segnalare una situazione di rischio. Dopo pochi minuti, in caso di mancato intervento, si attiverà anche un allarme sonoro.
Proprio il monitoraggio a distanza è la sfida più grande del nuovo reparto destinato ad aprire la strada ad altri in Italia ed è anche la voce più costosa a bilancio: la Fondazione Monza e Brianza per il bambino e la sua mamma che a Monza gestisce i reparti materno- infantili sta per lanciare una raccolta fondi da 1,5 milioni di euro per coprire i costi.

Tra i primi a sottoscrivere una quota ci sono gli stessi medici ed infermieri del reparto che da anni inseguono l’obiettivo di una neonatologia all’avanguardia per il benessere dei piccoli prematuri e c’è anche la Fondazione di Ezio Greggio che già in passato ha sostenuto la neonatologia monzese contribuendo all’acquisto del software per introdurre la cartella elettronica nel reparto.