Un saluto partecipato, toccante, ma semplice e genuino come era lui. Il feretro di Matteo Barattieri, il 57enne ambientalista monzese, morto tragicamente a fine agosto negli Stati Uniti, è arrivato sul sagrato della chiesa parrocchiale di San Biagio sabato mattina attorno alle 9.40.
Ad attenderlo, ancor prima dell’inizio dei funerali, c’erano gruppi di persone che lo avevano conosciuto e apprezzato: membri del Comitato per il Parco (che avevano anche uno striscione della loro associazione), compagni di gioco di tante partite di calcio nel polmone verde, amici, attivisti che avevano condiviso con lui finalità ambientaliste, ex compagni del liceo classico Zucchi. Nella chiesa, dove alcuni hanno assistito alla cerimonia in piedi, erano presenti anche il sindaco Paolo Pilotto, l’ex sindaco Michele Faglia, l’assessore alla Partecipazione Andreina Fumagalli.
In tanti non sono riusciti a trattenere le lacrime e non è mancato chi ha deposto un fiore sulla bara e chi si è fermato davanti ad essa per qualche secondo per rendere il proprio personale omaggio. Il parroco don Umberto Ottolini ha tratteggiato finemente la figura di Barattieri, “riservato, ma capace di entrare in relazione con le persone”.
Matteo Barattieri e il rispetto “della casa comune”
“Matteo nutriva un amore puro e viscerale per l’ambiente e per la natura. Un amore che si concretizzava in parecchie iniziative come quelle che faceva nelle scuole educando i più giovani al rispetto del creato e alla cura della casa comune, spesso vittima dei nostri maltrattamenti”. Don Ottolini ha sottolineato che Barattieri ha “praticato una vera propria spiritualità ecologica, attenta alla presenza di Dio nel mondo naturale, sulla scia di san Francesco che ha lodato Dio in tutte le sue creature, e del Salmo 150 che recita che ogni essere vivente loda il Signore, ogni creatura non solo gli uomini e le donne”.
Custodi dell’ambiente, come Matteo Barattieri
Per il parroco Barattieri ci lascia una grande eredità: “La testimonianza del prenderci cura del creato, di quella grande cattedrale della natura, ancora più bella dei grandi monumenti. Ora noi siamo chiamati a essere custodi dell’ambiente, di quel disegno di Dio iscritto nella natura”. E ha ammonito: “Non lasciamo segni di distruzione e morte nell’ambiente. Camminiamo lungo la via della bontà e della tenerezza che hanno contraddistinto la vita di Matteo”. Ad accompagnare la benedizione al feretro di Barattieri le emozionanti note dell’organo suonato da Flaviano Canesi. Tanti gli applausi spontanei che si sono levati al momento della partenza del feretro verso il cimitero di Biassono.