Erano ben nascosti, avvolti in una sciarpa donata con altri indumenti alle associazioni che gestiscono lo Spazio 37 di Monza, quei mille euro che nessuno ha reclamato. Li hanno trovati a maggio i volontari nello svuotare i tanti sacchi pieni di abiti e generi di prima necessità che i monzesi non fanno mai mancare ai senza dimora che vengono accolti nel ricovero di via Borgazzi da ottobre ad aprile.
La somma non era accompagnata da alcun biglietto: segnale che, forse, la sciarpa ripiegata in un cassetto era diventata il nascondiglio dei risparmi custoditi da qualche anziano, finiti per caso tra i vestisti destinati ai più fragili.
Mille euro nella sciarpa: sei mesi di attesa
Chi ha rinvenuto le banconote ha immediatamente avvertito gli operatori del Comune che, a causa della mancanza di indizi e di riferimenti, non sono riusciti a risalire a chi ha consegnato il sacchetto, depositato accanto a molti altri, per capire se quei soldi sono arrivati per una distrazione allo Spazio 37 o per un gesto volontario, compiuto in silenzio.
I responsabili delle associazioni che si alternano alla struttura hanno atteso sei mesi che qualcuno si presentasse alla porta per chiedere notizia del denaro e poi, visto che nessuno si è fatto vivo, hanno proposto all’ufficio Inclusione e grave emarginazione del municipio di poter utilizzare i mille euro per comperare biancheria intima e scarpe per i senza dimora che la notte dormono nelle stanze allestite in via Borgazzi e che possono contare sul servizio guardaroba.
Aiuto ai senzatetto di Monza e Irene Brunetta
La vicenda ha ricordato a qualcuno il bel gesto compiuto da Irene Brunetta, la commessa che il 20 dicembre ha acquistato e regalato un piumino e un paio di pantaloni a un clochard entrato per scaldarsi nel negozio in cui lavora: la sua generosità è stata premiata dall’amministrazione con la medaglia della Luna consegnatale il 30 dicembre dal sindaco Paolo Pilotto e dall’assessore al welfare Egidio Riva.
Il Comune ha, intanto, deciso di impiegare i 112.083 euro ottenuti dalla Regione nell’ambito del Piano povertà per coprire una parte delle spese di gestione del centro polifunzionale di via Raiberti gestito dalla San Vincenzo in cui l’ospitalità notturna è integrata dalle attività di natura educativa, ludica, ricreativa e di sostegno rivolte alle persone «particolarmente fragili e inclini all’isolamento» per evitare che la solitudine possa precipitare nella marginalizzazione. I progetti di «aggancio» attuati dall’associazione, si legge nella determina, sono ritenuti di enorme importanza dagli stessi frequentatori del centro.