Con la scusa di preparare un caffè si sarebbero volatilizzati con due quadri un Rembrandt e un Renoir del valore stimato di 27 milioni di euro.
È quanto sarebbe stato denunciato nei giorni scorsi da un mercante d’arte italiano residente all’estero. I fatti, secondo quanto riferito dalla presunta vittima, sarebbero accaduti in città, al piano terra di una villetta di via Quintino Sella.
Lo stesso edificio che ospita il Consolato onorario dell’Albania a Monza, completamente estraneo ai fatti. In azione due individui che si sarebbero presentati al mercante d’arte, al quale le opere erano state affidate per la vendita, come due facoltosi ebrei ortodossi. Ora sulle loro tracce (e dei due preziosissimi quadri) ci sono i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale guidati dal capitano Francesco Provenza, che non commenta.
I due, dopo aver preso contatti con il venditore, gli avrebbero chiesto di poter visionare le due opere fino a fissare l’appuntamento per l’acquisto, a Monza, una “location” apparentemente casuale. I due, sempre secondo la denuncia, per la compravendita avrebbero scelto la villetta dove ha sede il Consolato, forse con l’intento di dare più affidabilità. Il mercante sarebbe stato accolto in alcuni uffici in affitto estranei al Consolato stesso.
All’appuntamento, il mercante si è presentato con i quadri. Dopo aver esaminato il contratto di acquisto e i documenti delle opere, a fine trattativa, i tre, prima di salutarsi, avrebbero deciso di bere un caffè insieme.
A quel punto sarebbe scattato il piano: i due truffatori si sono allontanati con la scusa di preparare i caffè. Secondo il suo racconto, trascorsi alcuni minuti, non vedendoli tornare, il mercante si è accorto che i due erano scomparsi con i quadri. Che potrebbero ora finire sulla banca dati online dei carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale per l’eventuale rintraccio.
(Modificato alle 14.00)