Alessandro Corbetta e i mulini del fiume Lambro. Ovvero quando la politica gira… come una ruota ad acqua. Parola d’ordine: valorizzazione e recupero delle realtà storiche del territorio. Lungo un corso d’acqua che ne ha fatto la storiza e non solo industriale.
Monza: la valorizzazione dei Mulini parte da qui, il percorso del consigliere Corbetta
C’è chi in estate fa il Cammino di Santiago, chi scala l’Adamello e chi, come Alessandro Corbetta, consigliere regionale della Lega, decide di intraprendere un viaggio altrettanto epico (e molto più brianzolo): il giro dei mulini del Lambro. Un percorso ideale affascinante che tocca ben 31 mulini storici lungo il corso del fiume, da Monza fino all’alta Brianza, partendo dal Mulino Colombo nella città di Teodolinda e dal suggestivo (ma eloquente) Mulini Asciutti all’interno del parco cintato più grande d’Europa. Altro che folklore da cartolina.

Monza: la valorizzazione dei Mulini parte da qui, proposta di legge regionale
Qui c’è dentro territorio, identità e visione. Un mix che rende un territorio e scaccia l’omologazione che vorrebbero realtà più organizzate della Brianza. Corbetta non si è limitato alla passeggiata romantica. È anche firmatario di una proposta di legge regionale per la tutela, valorizzazione e recupero dei mulini storici del Lambro. Un’idea che ha il merito di unire memoria e sviluppo, passato e futuro, storia locale e progettualità concreta. Raro, e dunque apprezzabile esempio di come la politica sia veramente al servizio di un’intero comprensorio. I mulini, del resto, sono stati il cuore pulsante dell’economia preindustriale brianzola e oggi rappresentano un patrimonio silenzioso, spesso dimenticato tra rovi, detriti e cartelli “proprietà privata”. Luoghi che raccontano vite, fatica, grano e ingegno. Con Corbetta si è partiti dal Mulino Colombo, tappa simbolica, per passare dal Mulino Boggero e altri impianti che, pur non più attivi, resistono come sentinelle di pietra sull’acqua.


Monza: la valorizzazione dei Mulini parte da qui, riaprire il dialogo col territorio
Il fiume Lambro, troppo spesso noto solo per le sue emergenze ambientali, torna così al centro della narrazione come culla di storia e invenzioni. Non a caso, da queste sponde nacque anche un’icona della meccanica italiana: la Lambretta, che deve il suo nome proprio al fiume. Una linea sottile, quella tra la farina e la fabbrica, che attraversa l’intero Novecento brianzolo.
L’iniziativa del consigliere leghista è, dunque, qualcosa di più di un’escursione: è un modo per riaprire un dialogo con la memoria del territorio, far parlare quei muri, quelle ruote e quelle dighe dimenticate. E magari riportare il Lambro al centro non solo della geografia, ma della coscienza collettiva.
Certo, i più cinici potrebbero pensare che un consigliere tra i mulini sia solo una bella trovata estiva, una “passeggiata elettorale” camuffata da interesse culturale. Ma a chi lancia frecciate, Corbetta gioca d’anticipo e risponde con atti concreti. Una proposta di legge, la documentazione puntuale del percorso, e un’idea chiara di come recuperare questi spazi. Un’opera sotto tutela della Regione Lombardia madre di tutte le identità locali e non solamente.
E in tempi di politica che gira spesso a vuoto, una ruota che gira davvero, quella dei mulini, può insegnare molto. A tutti quanti. Anche agli inquilini dei palazzi di vetro.