«Non è da tutti mettere una vulva in cornice e appenderla in casa. So bene che questo tipo di creatività non piace a tutti e che possa perfino disturbare qualcuno. Ma va bene così, mi piace l’idea che ciò che faccio non sia per tutti». Alice Anfuso, monzese, sposata, mamma di due bambini, fatica (perfino lei) a definirsi. «Quando mi chiedono che lavoro faccio ci impiego un po’ a rispondere. Sono una consulente di fantasia». E di fantasia Alice ne ha tanta, talmente abbondante che le idee le arrivano all’improvviso, quando nemmeno le sta cercando. Vede un oggetto e un istante dopo lo rivede “trasformato” dalla sua creatività. È successo con gli stampini di cuore e cervello.
Incornicia vulve: “C’è chi l’ha regalata alla mamma”
Cercando nel web – «adoro rovistare on line alla ricerca di non so nemmeno io cosa» – si è imbattuta in due stampi di silicone, pensati per dolci: un piccolo cuore e un cervello, l’esatta mini copia anatomica dei due organi. È nata così la serie realizzata in resina e incorniciata del cuore appaiato al cervello, accompagnati dalle scritte: “è colpa mia” e “te l’avevo detto”. «Li ho realizzati come regalo di compleanno, poi postati sul mio profilo Instagram e ho visto che sono piaciuti». Poi la ricerca è andata avanti fino a trovare (sempre per caso) un altro stampo, quello di una vulva. «È bellissima, sembra un fiore. Tre ragazzi me ne hanno commissionata una da regalare alla madre, con la scritta “grazie mamma”. So che la signora ha apprezzato molto».
Incornicia vulve: richieste anche da Brescia e Ferrara
Un’idea che grazie alla vetrina virtuale dei social è uscita dalla casa laboratorio di Alice, in via Cavallotti a Monza, per arrivare nei negozi di Sesto San Giovanni, Brescia e Ferrara, che le stanno mandando parecchie richieste. «Sono concept store, negozi prevalentemente di abbigliamento ma che offrono ai clienti anche altri oggetti in vendita: dai soprammobili di design ai complementi di arredo. E ora anche le mie vulve incorniciate». Ex commessa, Alice ha dovuto lasciare il lavoro quando è nato il suo secondo figlio. «Il mio contratto era a termine, me lo avrebbero rinnovato ma in quel periodo non potevo dedicarmi anche al lavoro». Era il 2018, Ettore era appena nato e negli stessi mesi Cesare, nato nel 2016, era stato riconosciuto autistico. «La nostra famiglia è stata destabilizzata da questa notizia, ci sono voluti dei mesi per ricreare una nuova normalità. Poi ho deciso che non avrei potuto piangermi addosso e così nove mesi dopo quella diagnosi ho iniziato a creare arcobaleni intrecciando fili di stoffa. Era un momento per me, per dare sfogo alle idee. Allora non pensavo che ne avrei potuto fare un lavoro, eppure così è stato».
Non solo vulve: il cuore con i fiori
Qualche tempo fa Alice e Cesare stavano andando verso la sede dell’Aias, a Monza, per le terapie settimanali. «Ho visto passare su quel marciapiede tante persone, ognuna con la sua fatica e ho pensato, istintivamente, che c’è bisogno di più cuore nella vita di ciascuno. È nato così il mio nuovo progetto “Ci vuole cuore”, dove un piccolo manichino di legno, come quello che usavo quando ero in Accademia a Brera, regge un cuore da cui escono fiori. Ne ho fatto qualche prototipo, ora vado in vacanza, poi a settembre si vedrà».