Monza, il ministro Kyenge in città Tra diritti, calcio e striscioni padani

Ha parlato di interculturalità e diritti di cittadinanza, ha ricevuto un regalo speciale, ha subito una contestazione. Non è mancato nulla alla giornata monzese del ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge, ospite mercoledì mattina al convegno missionario promosso dal Pime al teatro Villoresi.
Il ministro Kyenge a Monza con il sindaco Scanagatti e il presidente Armstrong-Emery
Il ministro Kyenge a Monza con il sindaco Scanagatti e il presidente Armstrong-Emery RADAELLI

Ha parlato di interculturalità e diritti di cittadinanza, ha ricevuto un regalo speciale, ha subito una contestazione. Non è mancato nulla alla giornata monzese del ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge, ospite mercoledì mattina al convegno missionario promosso dal Pime al teatro Villoresi.

«L’unica divisione che accetto è quella tra persone oneste e disoneste e non certo tra immigrati regolari o meno», ha detto in apertura di un intervento duranto quasi trenta minuti. Al centro del discorso l’importanza di ogni essere umano.

Duro anche l’attacco alla legge Bossi-Fini, aspramente contestata anche dalla dirigente scolastica del quarto circolo Anna Cavenaghi, che ha introdotto il reato di clandestinità e ha posto le “premesse per la segregazione”.

Stop racism col Monza calcio – La mattinata si è poi conclusa con la consegna della maglietta del calcio Monza, biancorossa e personalizzata con il nome della Kyenge, donata dal neopresidente della società Anthony Armstrong Emery, accompagnato sul palco dal primo cittadino Roberto Scanagatti. «È bello che una squadra di calcio abbia deciso di rinunciare ai soldi offerti da uno sponsor per sostituire loghi commerciali con la scritta no racism», ha commentato il ministro. Un’idea ispirata proprio da una contestazione con lancio di banane di cui Kyenge era stata oggetto.

«Nel mondo dello sport, e in particolare nel calcio, la violenza è molto presente sia tra tifosi che tra giocatori – ha detto il presidente – e dobbiamo capire che non esiste alcuna differenza tra bianco e nero».

La contestazione della Lega – E non sono mancate le contestazioni che accompagnano ogni uscita pubblica di Cécile Kyenge. Niente insulti, per questa volta, ma un gruppetto di giovani del Movimento padano, accompagnati dall’ex assessore regionale Massimo Zanello, che reggevano uno striscione: “Fatti mandare dal genitore 1 a prendere il latte”, riprendendo una proposta fatta dal ministro di abolire i termini madre e padre dai documenti ufficiali, per combattere forme di discriminazione e omofobia. «Oltre alla scritta stop racism, che ci vede tutti d’accordo, il ministro dovrebbe farsi scrivere stop ignorance, perché anche l’ignoranza e la non conoscenza delle tradizioni del Paese in cui si viene a vivere lascia spazio a forme di discriminazione – hanno motivato i padani col segretario cittadino Federico Arena – con il presidio di oggi abbiamo voluto ribadire la nostra contrarietà alle assurde proposte del ministro Kyenge: la gente era tutta dalla nostra parte perché non vuole saperne di rinunciare alla propria cultura e alle proprie tradizioni».

Una contestazione rumorosa, ma che non ha sortito alcun esito. Nonostante l’invito dei manifestanti la ministro è uscita dal teatro da una porta laterale e si è diretta indisturbata verso l’arengario per continuare la sua giornata brianzola.

Approfondimenti e i passaggi del discorso del ministro su il Cittadino in edicola giovedì 19 settembre 2013.