Sfilata di testimoni della difesa, martedì, al processo che vede l’ex assessore al patrimonio Giovanni Antonicelli accusato di associazione a delinquere nell’ambito dell’inchiesta Briantenopea sugli intrecci tra malavita e politica a Monza. Convocati in aula parenti ed ex militanti del Partito socialista, e di Forza Italia, per respingere l’accusa di voto di scambio con Giuseppe Esposito, detto ‘Beppe o’ curt’, già condannato con l’accusa di essere il capo di una banda che spadroneggiava nella piazza criminale di Monza.
A testimoniare, un amico personale dell’ex assessore, che di Esposito ha detto: “Lo conoscevo ma solo perché stava lì ad attaccare i manifesti per la campagna elettorale, non so se prendeva soldi”. “Antonicelli aveva un gruppo di sostenitori storico, e tra questi non c’era Esposito”, hanno detto altri testi. Esposito, secondo i testimoni, non avrebbe garantito i voti a Cederna, e “non aveva voce in capitolo” come sostiene l’accusa, perché la zona è stata dipinta come una specie di “feudo” di famiglia. Ciò nonostante è emerso che “partecipava alle riunioni”, dove tuttavia “non prendeva parola”.