«Con una mano sembrerebbe dare, ma con l’altra di sicuro toglie»: è la sintesi del giudizio dei sindacati dei pensionati di fronte alla finanziaria del governo Conte. Nella mattina di venerdì 28 dicembre Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil si sono dati appuntamento alla prefettura di Monza per dimostrare contro la manovra in ultima approvazione alla Camera.
Iniziative simili sono state promosse anche a Milano, Varese, Lecco e Mantova. “I motivi della protesta, che a Monza ha radunato un centinaio di persone, sono stati illustrati da una delegazione sindacale al viceprefetto Corrado Conforto Galli” scrive lo Spi Cgil in una nota: nel palazzo del governo sono entrati Pietro Albergoni, Giuseppe Saronni e Claudio Coloretti, nell’ordine segretario generale di Spi Cgil Monza Brianza, segretari Fnp Cisl Monza Brianza Lecco e Uilp Uil Monza Brianza. «Il viceprefetto – hanno spiegato – si è impegnato a trasmettere le nostre richieste al Ministero e al Governo».
Sotto la lente, oltre al rischio di tassazione ulteriore sulle onlus, il «raffreddamento dell’indicizzazione delle pensioni: chi oggi riceve una pensione fino a 1.522 euro lordi al mese, pari quindi a tre volte il minimo, potrà continuare a contare sul 100% di rivalutazione legata all’inflazione. Per gli altri pensionati che percepiscono assegni superiori, il nuovo meccanismo introdotto dalla manovra prevede una stretta che comporterà una perdita da 65 e 325 euro lordi all’anno a partire dal 2019 e per il resto della vita».