Monza, guerra e crisi e stress da investimento: i private banker messi a dura prova

La tensione dei risparmiatori e lo stress di chi deve gestire i patrimoni nell'incontro organizzato da Advisor, rivista e sito di informazione finanziaria, in collaborazione con Capital Group
L’incontro all’Hotel de la Ville a Monza

C’è la tensione di chi, in questa fase complicata e turbolenta, ha dei dubbi su come impiegare i propri risparmi. E c’è pure lo stress di chi, questi patrimoni, è chiamato a gestirli. Un compito difficile e una grande responsabilità in un mondo che sta passando da un’emergenza all’altra: da quella pandemica a quella a climatico-ambientale, dalla crisi geopolitica a quella economico-sociale. E della guerra tra Russia e Ucraina, al momento, non si intravede la fine. Anche di questo si è discusso durante l’incontro d’aggiornamento promosso all’Hotel de la Ville da Advisor, rivista e sito di informazione finanziaria, in collaborazione con Capital Group. La platea era composta da addetti ai lavori: da una rappresentanza, cioè, dei 53mila consulenti finanziari italiani iscritti all’albo; di questi, 23mila lavorano per le banche associate ad Assoreti.

Monza, l’incontro della rivista (e sito) Advisor e Capital Group

Per gli operatori del settore, in ogni caso, il problema è mantenere la rotta giusta in mezzo a «mercati disorientati». Il mondo, del resto, sta cambiando sempre più rapidamente. I distretti industriali nel mondo sono, per ora, tre: quelli che fanno capo agli Stati Uniti, all’Europa e alla Cina. Ma è un equilibrio instabile. «Noi – ha precisato l’analista tecnico finanziario Andrea Fornisiamo il vaso di coccio in mezzo a quelli di ferro. Non abbiamo la sovranità energetica. Il blocco asiatico sta diventando più forte e più veloce». Il tutto è aggravato dai venti di guerra che spirano in Asia: la Cina guarda sempre minacciosa verso Taiwan. L’impero americano, nello stesso tempo, sembra avviato verso il declino. «Nell’area della Via della Seta – ha spiegato Forni – non è il dollaro la valuta più usata. Cina e Russia pagano in yuan o in euro».

Monza, “In questo periodo chiamati a gestire l’emotività dei gestori”

Logico, quindi, che in una situazione così complessa «il povero investitore sia un po’ confuso». «Siamo – ha riconosciuto Forni – a un bivio della storia. Stiamo andando verso un mondo più difficile rispetto a quello che abbiamo conosciuto finora». Ma è anche vero che il mondo moderno ha fronteggiato più volte gravi recessioni, innescate da eventi bellici come nel 1975 (guerra del Kippur) e nel 1991 (guerra del Golfo), o da eventi geopolitici (la deposizione dello Scià in Iran nel 1982). «Dobbiamo sempreha sottolineato Cristina Mazzurana di Capital Groupcercare l’equilibrio tra gli eccessi di pessimismo e gli eccessi di ottimismo. In mezzo c’è la realtà. La fiducia va costruita nel tempo». I «private banker», intanto, sono sottoposti a forti pressioni. Enrico Maria Cervellati, esperto di finanza comportamentale, docente alla Link Campus University di Roma, ha raccontato di come una consulente finanziaria sia andata in crisi solo perché una cliente le aveva chiesto un appuntamento. «In questo periodo – ha commentato – ci stanno chiamando per gestire l’emotività dei gestori. L’essere umano non è abituato a gestire la paura cronica»