Ha bloccato i vigili, lungo via Marsala, a Monza, dicendo di essere stata malmenata e violentata. Ma alla fine è venuta fuori la verità: in realtà ad alzare le mani e addirittura a mordere il suo “lui” sarebbe stata lei, una monzese 27enne.
È mercoledì sera, sono da poco passate le 21 e una pattuglia della polizia locale, transitando lungo via Marsala, vede una donna sbracciarsi e urlare. Gli agenti si fermano e la sconosciuta dice loro di seguire immediatamente una Mercedes Classe A che si sta allontanando. Al volante ci sarebbe l’uomo che, ubriaco, l’avrebbe picchiata e violentata oltre a frantumarle il telefono cellulare.
Alla vista dei lampeggianti, la Mercedes accosta immediatamente. Nessun cenno di fuga. Il conducente, un 35enne di Lissone, quando sente quanto gli viene contestato cade dalle nuvole. Mostra un graffio al volto e un morso a un braccio. E poi lamenta un dolore a una costola. Sì, ha bevuto un po’ ma il tasso alcolemico nel sangue (viene sottoposto a un pre test) è di poco superiore al consentito.
E racconta la sua “verità”: che la 27enne usa stupefacenti (e in effetti risulta positiva a cocaina e oppiacei) e che dopo una serata trascorsa insieme, nel tentativo di impedirle di chiamare il suo spacciatore di fiducia per comprare una dose,le ha strappato di mano il telefonino. E lei avrebbe reagito. Sull’auto gli agenti trovano un coltello che ognuno dice appartenere all’altro. L’episodio per la polizia locale si chiude qui. Eventualmente i due potranno querelarsi a vicenda e ad appurare cosa sia effettivamente accaduto sarà, nel caso, un giudice.