Esposto alla Corte dei conti del Movimento 5 stelle lombardo contro la nomina del nuovo direttore generale del Consorzio Villa reale. Secondo i pentastellati la procedura è stata irregolare: nessuna traccia, dicono, di punteggi e graduatoria rispetto alle candidatura al ruolo di manager del parco di Monza.
«Le carte del processo di selezione attestano che la commissione tecnica non ha attribuito punteggi e non ha stilato una graduatoria dei candidati in modo da selezionare il miglior profilo – scrivono in un comunicato stampa – ma ha prodotto una griglia con parametri e con valori espressi in lettere, lasciando così al Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni la facoltà di scegliere; facoltà a nostro giudizio non prevista dalle norme sul pubblico impiego, che prevedono che la scelta passi da una selezione pubblica volta ad individuare il migliore candidato in modo trasparente e oggettivo».
Non si tratta di un bando di selezione pubblica: il meccanismo da statuto è la”manifestazione di interesse”, cioè una chiamata a inviare il curriculum a chiunque sia interessanto al posto. L’ha aperta la Regione, il Consorzio Villa reale ha ratificato l’indicazione del Pirellone. Ma al M5S non basta.
«Si è adottata una procedura che non ritengo conferme alle norme sul pubblico impiego – insiste il consigliere regionale Gianmarco Corbetta – . La commissione avrebbe dovuto stilare una graduatoria e il primo classificato avrebbe dovuto essere designato dal presidente che ha solo il compito di ratificare formalmente la scelta della commissione tecnica, perché il direttore generale di un ente è un dipendente pubblico e non una figura politica».
Le valutazioni della sessantina di curriculum, secondo le informazioni di M5S, sono state realizzate attribuendo ai candidati i giudizi A Alta, B Adeguata, C Media, D Medio Bassa e E Non Adeguata sulla scorta di cinque parametri. Alla seconda fase otto candidati, che hanno ottenuto su altri parametri i giudizi A Alta, B Adeguata e C Media.
«Io non ho nulla contro il dottor Addis – cioè il nuovo direttore generale – che peraltro non conosco di persona, ma qui è in gioco il rispetto della legge, la trasparenza e l’oggettività delle scelte che riguardano la gestione di beni pubblici».