Monza e la consegna di Villa reale Il 9 luglio il Tar decide sul ricorso

A ventiquattr’ore di distanza dalla cerimonia di chiusura dei cantieri per la Villa reale di Monza, il Comitato per il parco e l’alleanza di “La Villa reale è anche mia” frena gli entusiasmi: il 9 luglio, ricorda, il Tar decide sul ricorso contro l’operazione.
Il comunicato del Comitato ''La Villa reale è anche mia'' distribuito in consiglio comunale nel 2011
Il comunicato del Comitato ”La Villa reale è anche mia” distribuito in consiglio comunale nel 2011

Ci pensa il Comitato per il parco a chiedere un po’ di cautela sulla Villa reale, il giorno dopo la cerimonia ufficiale di chiusura dei cantieri per il recupero: tra dieci giorni, ricorda, il Tar deciderà se l’intera operazione sia stata legittima.

È prevista il 9 luglio la sentenza sul ricorso presentato il 19 settembre del 2011, «contro Infrastrutture Lombarde Spa, Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, Comune di Milano, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Italiana Costruzioni Spa, per l’accertamento dell’illegittimità e/o nullità della concessione-contratto per la progettazione definitiva ed esecutiva dei lavori relativi al corpo centrale della Villa Reale di Monza, per l’esecuzione dei lavori e la gestione delle opere».

Senza contare che lo stesso Comitato è «in attesa di risposta dai Ministri dei beni e delle attività culturali, del turismo e dell’ambiente a una interrogazione parlamentare da parte di un gruppo di 22 senatori della Repubblica».

Sono oltre undicimila i cittadini che hanno aderito al movimento “La Villa reale è anche mia” e un centinaio i rappresentanti del mondo politico e culturale che hanno detto di no ai meccanismi dell’intervento. Inaccettabile, per loro, «che il recupero di un monumento di tale importanza venga affrontato per una sola porzione del corpo centrale ricorrendo allo strumento dell’appalto in concessione», come ricordano ora all’indomani della cerimonia. Oppure che la concessioni duri ventidue anni a fronte del fatto che i costi siano quasi interamente stati sostenuti dagli enti consorziati e non dal privato. E infine che «il complesso Villa sia declassato a mero contenitore di utilizzi funzionali alla rimuneratività del gestore privato, trascurando la primaria vocazione di bene pubblico, culturale e sociale».