Monza e Brianza, la stangata c’è I sindacati contro le nuove tasse

I Comuni di Monza e Brianza hanno applicato le tasse spesso in maniera indiscriminata. Insomma, la stangata c’è eccome, dicono Cgil, Cisl e Uil. Che ora chiedono un osservatorio su come vengono spesi i soldi soprattutto nel settore sociale e una banca dati fiscale.
Monza: le segreterie dei sindacati Cgil, Cisl e Uil di Monza e Brianza contro le tasse
Monza: le segreterie dei sindacati Cgil, Cisl e Uil di Monza e Brianza contro le tasse Fabrizio Radaelli

Nella giungla dei tributi locali i sindacati cercano di districarsi avanzando proposte ai comuni e invitandoli a prestare più attenzione per le fasce deboli. L’aumento delle tasse – non solo a livello di sigle, ma economico – a Monza e in Brianza è ormai un fatto assodato, ma i sindacati ritengono che si possa fare di meglio per tutelare i cittadini e chi è più in difficoltà: “I comuni hanno tassato indiscriminatamente, talvolta con poca attenzione nei confronti di chi è in condizioni più critiche” dichiarano in una conferenza stampa congiunta Cgil, Cisl e Uil. Uno dei pochi dati certi, riguarda l’Irpef, che è l’imposta più facilmente raffrontabile con gli anni precedenti (molte tasse sono cambiate e non è possibile raffrontarle con lo storico) e che, secondo i dai presentati dai sindacati, è aumentata in modo esponenziale negli ultimi anni: “Dal 2006 l’Irpef è aumentata del 130%, passando da un’aliquota dello 0,22 % allo 0,53% in media in Brianza” dichiara Ambrogio Meroni, segretario della Cisl Monza e Brianza. Nel caso di Monza l’addizionale Irpef è a scaglioni dallo 0,60 allo 0,80 a seconda della fascia di reddito.

I sindacati hanno studiato i comportamenti dei 55 comuni brianzoli in fatto di imposizione fiscale e ne hanno tratto un quadro piuttosto desolante: “I Comuni hanno un’ampia discrezionalità di movimento per la scelta delle aliquote nelle varie tasse – dichiara Stefano Buzzi della Federazione nazionale pensionati della Cisl – soltanto 8 comuni su 55 hanno dimostrato sensibilità nei confronti delle fasce deboli con attività di assistenza per i ricoverati che non possono pagare le tasse come seconda casa sull’immobile che sono costretti ad abbandonare per andare nella casa di riposo”. In molti comuni inoltre non si è considerato l’indicatore Isee (quello relativo al livello socio-economico) per la modulazione delle imposte. “Soltanto 11 comuni su 55 applicano l’indicatore Isee per modulare la tassazione – continua Stefano Buzzi – mentre ben 14 comuni hanno deciso di applicare la tariffa massima di imposizione pari al 3,3%”. I sindacati avanzano delle proposte per migliorare la situazione: “Ci vuole una banca dati per la fiscalità locale in modo che si possono incrociare i dati più facilmente anche per una lotta più efficace contro l’evasione fiscale – continua Ambrogio Meroni – inoltre andrebbe istituito un osservatorio sulla spesa sociale in modo che venga chiarito in quale modo vengono usate le risorse che vengono recuperate dalle tasse”. Nei 55 comuni brianzoli solo Bernareggio ha avuto il “coraggio” di azzerare l’aliquota della Tasi.

“In generale la Tasi in Brianza ha determinato un aumento netto in tutte le situazioni sociali – commenta Pietro Albergoni dello Spi Cgil – è un elmento socialmente ingiusto, anche considerando che le abitazioni meno colpite sono quelle che hanno un valore superiore”.