Monza: due chiacchiere per ricordare il prof Roberto Giussani

Gioovedì 4 aprile, alle 21 in sala Maddalena a Monza, la tavola rotonda per ricordare l’artista e docente Roberto Giussani.
Monza Roberto Giussani ritrattoMonza Roberto Giussani ritratto
Monza Roberto Giussani ritratto

Una chiacchierata tra amici e colleghi per ricordare l’artista Roberto Giussani. Appuntamento giovedì 4 aprile, alle 21, in sala Maddalena, per la tavola rotonda “incontri tra amici e colleghi” che rientra nel programma di iniziative, organizzate dall’amministrazione in collaborazione con l’istituto Preziosissimo Sangue inserite a favore del fondo Roberto Giussani, artista e maestro monzese, destinato al finanziamento e tutela delle opere dell’artista. Una serata di ricordi, pensieri in memoria di un amico, un collega, una persona speciale che, con i suoi modi trasmetteva il senso dell’arte.

Monza: due chiacchiere per il prof Roberto Giussani, «nel regno dell’ordine e del disordine»

«“Chi sei? Cosa ci fai qui?”. Così Giussani accoglierebbe ciascuno con le stesse parole – racconta un docente suo collega – e con lo stesso sguardo burbero, che era solito rivolgere, al primo ingresso in sala professori a ogni nuovo docente. Giussani era un maestro generoso, che a ogni incontro lasciava impressa, talora bofonchiando, la vera forza del soffio dello “spirito dell’arte” e così diventava respiro, brezza, vento gagliardo e impetuoso, tornado».

Chi l’ha incontrato sottolinea come «con lui nulla era scontato, banale o ripetitivo, tutto doveva esser nuovo e rinnovato: un’idea dopo l’altra, in ciclonica serie, per mostre, performances e cataloghi annuali sempre diversificati per ogni classe. Lanciava, avviava poi lasciava spazio, come chi apre all’amico le porte della sua casa e poi lo riaccompagna lì, sulla soglia, perché possa continuare a sperimentare sempre, anche da solo, il sapore dell’altro, del nuovo, dell’oltre. Un vortice formativo e educativo, irregolare e talora sconvolgente, che trascinava gli allievi dentro e fuori quell’aula-Giussani, che era il suo regno dell’ordine e del disordine».