Monza, chiuse le indagini sull’incidente di Elio Bonavita in viale Brianza. E si corre il primo Memorial

A Pioltello il 18 settembre si corre il primo Memorial EIio Bonavita, organizzato dai colleghi di papà Corrado. Intanto a Monza si sono chiuse le indagini sull’incidente stradale in cui è morto il 14enne: accusa di omicidio colposo per i due automobilisti che hanno innescato la carambola in viale Brianza.
Villasanta, i funerali di Elio Bonavita
Villasanta, i funerali di Elio Bonavita Fabrizio Radaelli

I colleghi di papà Corrado hanno organizzato il primo memorial dedicato a Elio Bonavita, morto nell’incidente stradale di viale Brianza lo scorso marzo. Una corsa non competitiva nei boschi della Besozza a Pioltello, nel quartiere Malaspina, non lontano dal luogo di lavoro del genitore, con iscrizione a 5 euro per devolvere interamente il ricavato a un’associazione per la tutela delle vittime della strada. È in programma venerdì 18 settembre: partenza alle 19 e invito a esserci (info e iscrizioni corroperelio(at)gmail.com).


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Intanto a Monza si sono chiuse le indagini della Procura sul tragico incidente stradale in cui il quattordicenne ha perso la vita travolto da un suv mentre si trovava in macchina con la mamma, rimasta ferita gravemente. Da Villasanta, dove abitava, stavano andando alla partita di calcio domenicale alla Dominante.

Confermate, da parte del sostituto procuratore Manuela Massenz, le ipotesi accusatorie formulate nei confronti dei due automobilisti alla guida dei mezzi che hanno innescato la tragica carambola, fatale per il povero Elio, studente iscritto alla prima liceo linguistico al Mosè Bianchi. La perizia cinematica, affidata all’ingegner Domenico Romaniello, e alla quale hanno partecipato anche i consulenti delle difese e della parte civile, avrebbe confermato la prima ricostruzione operata dagli inquirenti. Prima l’Audi Q5 guidata da un imprenditore 46enne di Vedano al Lambro, che non rispetta la precedenza e si immette da via Ramazzotti in viale Brianza in direzione centro di Monza. Poi l’arrivo a velocità troppo elevata (secondo le tesi dell’accusa) della Range Rover nera condotta da un 38enne lesmese che, per evitare l’Audi, scarta a sinistra e invade il senso di marcia opposto andando ad investire frontalmente la piccola utilitaria nella quale si trovavano Elio, e la madre Nunzia Minichini.

L’accusa è per entrambi quella di omicidio colposo. Nei confronti del conducente della Q5 viene contestato anche il reato di omissione di soccorso, per non essersi fermato dopo il terribile schianto che aveva coinvolto anche altre automobili.

A maggio, due testimoni che hanno assistito al video degli istanti immediatamente precedenti e successivi al terribile incidente, ripreso da due telecamere private posizionate nel tratto corrispondente di viale Brianza, descrivono la manovra effettuata dal suv color argento guidato dal manager vedanese.
Secondo quanto raccontato dalle due fonti, si vedrebbe la Q5 frenare improvvisamente e poi ripartire e allontanarsi. L’uomo sostiene di «non aver lasciato in coscienza il luogo dei fatti» come confermato dai suoi legali, aggiungendo che i ricordi dell’accaduto si erano limitati «ad alcuni flash» di auto che arrivano alle sue spalle. E poi un «momento di panico» quando si era reso conto che la jeep nera gli stava arrivando addosso, che gli aveva cancellato «ogni percezione della realtà». Una condizione di disagio, sempre secondo gli avvocati, diventata una costante dopo che tre anni prima era stato investito da un’auto mentre faceva jogging in zona Parco.

Ancora sconosciute le strategie che intendono adottare i difensori, che devono ancora prendere contezza degli atti dell’inchiesta.