Monza: addio alla vecchia Pastori e Casanova, i materiali saranno recuperati

Sparisce gran parte della ex Pastori e Casanova di Monza, una delle storiche industrie monzesi: demoliti gli edifici pericolanti.
Monza Demolizione Pastori Casanova
Monza Demolizione Pastori Casanova Fabrizio Radaelli

Si sono sbriciolati sotto i morsi delle pinze meccaniche gli ultimi brandelli della Pastori e Casanova: della tessitura di via Dante, apprezzata per quasi un secolo in Italia e all’estero per le stoffe jacquard da arredamento, rimane ben poco. La demolizione delle parti pericolanti è stata imposta dal Comune alla Edilcentro, proprietaria dell’area, che, peraltro, chiedeva da tempo di avviarla per evitare nuovi crolli dopo quello verificatosi lo scorso agosto.

«Sta andando tutto bene – spiega Giuseppe Longoni, il tecnico che collabora con i titolari – temevo un effetto domino che invece non c’è stato. Mi preoccupava, in particolare, la porzione all’angolo tra le vie Dante e Grossi ma non ci sono stati cedimenti». Il degrado della fabbrica dismessa da alcuni decenni è stato accelerato dalla scarsa qualità dei materiali impiegati nella costruzione dei capannoni: «Ora che sono sezionati – commenta Longoni – si comprende che sono stati realizzati in modo miserevole, man mano che l’azienda si ingrandiva, con l’unico scopo di riparare i tessuti. E dire che quando, da giovane, lavoravo con i proprietari dell’azienda mi sembravano solidi: era tutta una finta». Sono stati tirati su al risparmio, precisa, ma nel rispetto delle norme edilizie cittadine di inizio Novecento: la Pastori e Casanova, fondata in vicolo Carrobiolo attorno al 1880, si è trasferita in via Dante qualche anno dopo: «La prima pratica – racconta il tecnico – è datata 1904, tutti gli ampliamenti successivi sono stati autorizzati dal Comune: a Monza da anni esisteva una commissione dell’ornato» mentre, afferma, in altre città gli stabilimenti spuntavano anche senza permessi.

Monza: addio alla vecchia Pastori e Casanova, i materiali saranno recuperati
Monza Demolizione Pastori Casanova

Nei prossimi giorni le macerie saranno selezionate dalla ditta brianzola che ha eseguito la demolizione e recuperate: il ferro sarà rivenduto a una fonderia, dal legno verranno ricavati pannelli truciolati mentre i mattoni saranno triturati per ricavare lo stabilizzato impiegato nei sottofondi delle strade.

Il muro di cinta lungo via Dante sarà abbassato a un’altezza considerata sicura: a quel punto il comparto di 25.000 metri quadri sarà delimitato da una protezione che dovrebbe evitare incursioni di senza tetto o curiosi. «Nei prossimi giorni – aggiunge Longoni – risalteranno meglio il padiglione Nervi e la palazzina liberty» un tempo sede della direzione, poi della Provincia e ora succursale del Mosè Bianchi che pare faccia gola a una multinazionale interessata a trasferirvi gli uffici di rappresentanza.

A breve la Edilcentro dovrebbe presentare in Comune una proposta per il recupero dell’area destinata a ospitare abitazioni e negozi.