Mobilità, Monza è pronta per rallentare la velocità: il piano a lungo termine per il traffico

Entro l’autunno progetti esecutivi per le zone a 30 chilometri l’ora sia a Triante sia a Libertà, ma il piano del traffico di Monza è a lungo termine.
Zona 30
Monza Zona 30 Fabrizio Radaelli

Alcune strade con limite di velocità fissato a 30 chilometri l’ora a Monza esistono già, e da tempo. Ma si contano sulle dita di una mano: sono ad esempio le vie De Marchi e Confalonieri e il tratto a senso unico di via Sempione delimitato da via Pellettier e via San Gottardo. Troppo poche e troppo poco estese per incidere in maniera significativa sulla viabilità cittadina: per questo l’istituzione delle prime due zone 30 potrebbe costituire un forte segnale di cambiamento nella direzione di una mobilità più sicura e sostenibile.

Mobilità, Monza è pronta per rallentare la velocità: tempi maturi per le zone 30 a Triante e Libertà

Dell’intervento che riguarderà i quartieri di Triante e di Libertà si discute già da tempo: a darne notizia, agli inizi del 2024, era stata l’allora assessore alla Mobilità Giada Turato. I tempi ora sembrano essere finalmente maturi: spiega l’attuale assessora alla partita Irene Zappalà che «è prevista entro l’autunno la chiusura della progettazione esecutiva: contiamo di realizzare gli interventi nel corso del 2026».

Il che vuol dire affiancare alla nuova segnaletica verticale e orizzontale anche tutta una serie di azioni utili alla moderazione del traffico, con modifiche al piano della sosta e posizionamento di dissuasori. A Triante gli interventi potrebbero ricadere entro il perimetro racchiuso dalle vie Monte Bianco, Monte Cervino, Valsugana, Marmolada, Dolomiti, Tofane, Meraviglia, Monte Bisbino, Melette di Gallio, Vette d’Italia, Ghisallo e Monte Cimone. All’altro capo della città, nel quartiere di Libertà, l’attenzione si sta concentrando sulle vie Eraclito, Parmenide, Negrelli, Modorati, Ragazzi del ‘99, Archimede, Vespucci, Impastato, Amundsen, Tosi e Tolomeo.

Mobilità, Monza è pronta per rallentare la velocità: il sopralluogo a Bologna

«Il condizionale è ancora d’obbligo, anche se all’individuazione definitiva delle strade si arriverà ormai tra non molto. Siamo consapevoli – prosegue Zappalàdel ritardo con cui ci troviamo a discutere di interventi che in altre città d’Italia, per non parlare d’Europa, sono invece da lungo tempo non solo realtà, ma anche consuetudine. Proprio per questo nei primi mesi di mandato sono andata a Bologna, all’avanguardia da questo punto di vista, per conoscere il lavoro svolto dall’amministrazione comunale. Lo stesso ho fatto con Firenze».
Perché, prosegue, «l’obiettivo, così come chiarisce anche il Pums, il Piano urbano della mobilità sostenibile, è arrivare alla realizzazione di un nuovo modello di mobilità, sempre più attento alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica».

Mobilità, Monza è pronta per rallentare la velocità: la città tra dieci anni, i macro obiettivi del Pums

Tra i suoi macro obiettivi il Pums si propone di spostare il più possibile “la mobilità veicolare privata verso forme più sostenibili”: e se, ad ampio raggio, in questo discorso entrano in gioco la metropolitana, la fermata ferroviaria di Monza Est e il trasporto pubblico locale, su un raggio d’azione più corto vuol dire cercare di dirottare gli spostamenti più brevi – che sono la maggior parte di quelli che si realizzano entro i confini del comune – sulle due ruote, garantendo al contempo anche una maggiore pedonabilità.
«Ora è troppo presto per rendersene conto, ma – sottolinea Zappalà – con tutti gli interventi in cantiere, da qui a dieci anni Monza avrà un aspetto completamente diverso da quello attuale: diventerà un città in cui sarà possibile vivere gli spazi in maniera più umana».