“Zona rossa” in Lombardia e in Brianza: il prefetto Patrizia Palmisani, giovedì mattina 5 novembre, ha incontrato i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di categoria della Provincia di Monza e della Brianza con i quali ha esaminato i risultati del programma di controlli sul rispetto dei protocolli sanitari nelle attività produttive della provincia portato avanti dal nucleo ispettivo istituito dalla Prefettura e composto da ATS, Ispettorato territoriale del Lavoro e Carabinieri del Nucleo Tutela Lavoro e del Comando provinciale.
Ebbene, a partire da maggio nel territorio sono state effettuate 767 ispezioni presso aziende e stabilimenti industriali, che hanno portato all’accertamento di 38 violazioni. Un numero molto esiguo che ha indotto il prefetto a sottolineare con favore il grande senso di responsabilità del tessuto produttivo locale: «che si è distinto per una capacità di risposta particolarmente significativa, che ha consentito di attuare immediatamente le necessarie regole di sicurezza nei luoghi di lavoro».
Un’attenzione diffusa all’osservanza dei protocolli sanitari all’interno delle aziende che è stata rimarcata anche dagli organi ispettivi, e dalle stesse associazioni di categoria e Organizzazioni sindacali. Ciò anche grazie alla capillare diffusione della ‘Guida al lavoro in sicurezza’ e la scheda di autovalutazione, strumenti ideati e promossi nell’ambito dell’ Osservatorio istituito dal Prefetto Palmisani lo scorso mese di maggio allo scopo di sostenere e accompagnare i datori di lavoro verso la piena attuazione delle misure sanitarie all’interno delle aziende.
Il Prefetto ha inoltre fatto il punto sullo stato di attuazione delle misure a sostegno di famiglie, lavoratori e imprese, anche alla luce dell’entrata in vigore delle nuove misure di contenimento che incideranno sensibilmente su molti settori strategici, come il commercio e la ristorazione. «Nelle prossime settimane tutti i cittadini sosterranno uno sforzo notevole in termini di limiti e privazioni, ma alcune categorie saranno chiamate ad affrontare sacrifici più importanti, legati alla limitazione di molte attività lavorative – ha detto – Le Istituzioni devono dunque garantire il massimo impegno per accompagnare chi affronterà gli sforzi più gravi fuori da questa fase».