Non è stata una Festa della Liberazione priva di polemiche quella che si è celebrata domenica a Mezzago. Verso il termine della cerimonia istituzionale un gruppo di cittadini, tra i quali i rappresentanti del gruppo di minoranza consigliare “Mezzago Democratica”, hanno intonato in maniera spontanea “Bella ciao” che per la prima volta non era nel programma delle musiche, cosa che avrebbe fatto anche il sindaco Massimo Rivabeni, fatto ritenuto provocatorio da parte della minoranza, che accusa anche il primo cittadino di aver volutamente interrotto la canzone prima del termine, inducendo il maestro della banda della scuola media, i “Senza Fià”, a far partire l’Inno di Mameli.
La ricostruzione di quegli attimi concitati è ovviamente raccontata in maniera opposta dalle due parti in causa, e dai commenti apparsi nelle ore successive su Facebook, anche dai presenti.
“Mezzago Democratica” ricostruisce l’accaduto così: «Il sindaco ha deciso di interrompere un gruppo di cittadini che, dopo la conclusione della commemorazione, ha intonato “Bella Ciao”. Dopo aver provocatoriamente raggiunto il coro sbracciandosi, alla reazione composta dei cittadini che hanno proseguito a cantare, il sindaco ha chiesto alla banda di risuonare l’Inno di Mameli per coprire il canto dei partigiani. Un atto arrogante, del tutto inopportuno e rivolto a persone che senza disturbare la commemorazione hanno spontaneamente dato il via al coro. Una reazione davvero insensata, che mortifica i cittadini, svilisce le istituzioni che in queste occasioni dovrebbero essere a fianco di chi in queste ricorrenze non si limita ad assistere, ma vuole partecipare, vuole essere partigiana. Le ricostruzioni più assurde che si stanno diffondendo per mettere “una toppa” a quanto accaduto, vanno dal fatto che il sindaco sarebbe poco intonato, al fatto che il coro avrebbe dovuto “aspettare il proprio turno”… La realtà è che, a manifestazione finita, un gruppo di cittadini ha intonato la canzone più bella, quella che al 25 aprile non può mancare, e qualcuno ha ordinato alla banda di risuonare l’inno per zittire i cittadini: si, perchè l’inno era appena stato suonato e la manifestazione si era già conclusa. Nello stesso momento si è mortificata la libertà dei cittadini di intonare un canto della Resistenza, si è insultata la memoria dei tanti uomini e donne che ci hanno donato la democrazia e la Repubblica dopo il ventennio fascista, e infine si è svilito l’inno nazionale, usato come silenziatore».
Diversa invece il racconto fornito dalla maggioranza: «E dopo gli spettacoli tragicomici messi in scena da “Mezzago Democratica” nel corso dei consigli comunali, questa volta il gruppo di minoranza ha dato sfoggio della propria maleducazione e della scarsa inclinazione al rispetto delle regole di comportamento civile nel corso delle celebrazioni della Liberazione d’Italia di questa mattina – le parole pubblicate sempre sui social da parte dell’amministrazione – La banda dei ragazzi delle scuole si stava apprestando a concludere le celebrazioni eseguendo come ultimo pezzo l’Inno d’Italia, quando è stata interrotta da un gruppo di militanti di “Mezzago Democratica” al canto di “Bella Ciao”. Il sindaco ha provato ad avvicinarsi al gruppo per cantare con loro ma a quel punto è stato insultato… Davvero complimenti a questi soggetti che si definiscono democratici ma che non sono altro che dei conservatori nostalgici dei tempi passati, quando essendo l’amministrazione potevano agire come meglio credevano. Due anni fa però le cose sono cambiate, e alle elezioni abbiamo vinto noi: da lì il nervosismo di “Mezzago Democratica” è cresciuto in modo costante… Venendo a mancare lo scettro del comando non riescono a sopportare che i cittadini abbiano scelto democraticamente persone diverse da loro per amministrare, mettendo in scena in ogni occasione questi teatrini indecenti ed utili solo per il loro ego, che però chiudono ogni possibilità di collaborazione tra noi e loro per iniziative a favore della nostra Comunità. Il mondo è cambiato, Mezzago è cambiata, le esigenze dei cittadini sono evolute e noi vogliamo lavorare per il futuro di questo paese…Poi invece ci sono loro, rimasti ai tempi della lotta di classe e dei pugni chiusi… Se credono di farci desistere con azioni e comportamenti ridicoli come quelli di oggi si stanno sbagliando. Andremo sempre avanti a testa alta per il bene di tutta Mezzago, rompendo il vecchio sistema autoreferenziale creatosi nelle Amministrazioni precedenti e che i cittadini hanno scelto di cambiare».
Nel pomeriggio alcuni sostenitori di Mezzago Deocratica si sono dati appuntamento davanti a Palazzo Archinti per intonare nuovamente, e questa volta fino al termine, “Bella ciao”.
Sulla questione sono espressi anche l’Anpi Sezione “le donne della Resistenza” (Comuni di Bellusco-Burago-Mezzago-Ornago) e Anpi Monza e Brianza: «Anpi – Le donne della Resistenza e Anpi Monza e Brianza esprimono rammarico per quanto accaduto a Mezzago in occasione delle celebrazioni della festa della Liberazione – si legge in un comunicato firmato dai rispettivi presidenti Irene Colombo e Fulvio Franchini -. In particolare ci è spiaciuto assistere alla sovrapposizione del canto simbolo della Resistenza, “Bella ciao”, all’inno nazionale, che ci è ugualmente caro. Riteniamo che “Bella ciao” meritasse il giusto spazio, all’interno dell’ufficialità della cerimonia come nella situazione più informale di un gruppo di cittadini che la intonano, peraltro a cerimonia praticamente conclusa. Fiduciosi nel ripristino di un clima di serenità che le istituzioni municipali sapranno garantire, auspichiamo che episodi di questo genere non si ripetano in futuro».
Infine l’ex sindaco Giorgio Monti: «La ricostruzione che vuol far passare l’amministrazione è totalmente falsa e il video che hanno pubblicato sul loro stesso canale è lì a dimostrarlo – la replica – La manifestazione si era conclusa è il sindaco stesso a dirlo e negli ultimi secondi della registrazione si sente il coro che parte a intonare “Bella ciao” con una tromba della banda che inizia addirittura a eseguirla. L’Inno di Mameli era già stato eseguito e qualcuno l’ha voluto far ripetere per coprire il coro spontaneo. Quel che dicono è una mistificazione».