Tira una brutta aria per il prolungamento della M5 a Monza e quel vento è quello della bufera tra Milano e Regione Lombardia sull’aumento del biglietto singolo di Atm a 2 euro. Il sindaco milanese Beppe Sala lo chiede, il Pirellone ha risposto di no. E Sala tira le somme dei 55 milioni di mancati introiti nel bilancio dell’Azienda dei trasporti dicendo che è “evidente a tutti che il servizio delle nuove metropolitane è un servizio più avanzato ed è normale che debba costare di più. Se così non si può fare, è chiaro che prima di pensare di dare la luce verde a un’altra metropolitana. Non voglio lasciare un debito a chi verrà dopo di me».
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Il riferimento è proprio alla Lilla che dovrebbe arrivare a nord di Monza. Per il segretario della Lega Lombarda Paolo Grimoldi, monzese, sono «balle colossali. Fino a due mesi fa il sindaco Sala, forse perché convinto che il Governo non avrebbe trovato i fondi necessari, diceva che non si poteva prolungare la metropolitana da Milano e Monza perché mancavano le risorse. Adesso che il Governo ha stanziato in manovra 900 milioni per il prolungamento della M5 fino a Monza Sala cambia idea e tira fuori che è stato costretto ad aumentare a due euro i biglietti della metropolitana per finanziare i costi del prolungamento fino a Monza?».
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Per il Movimento 5 stelle della Lombardia «il Governo i soldi li ha trovati, ora Sala faccia la sua parte e non scarichi sulla tariffa unica, che è altra cosa rispetto all’aumento di due euro dei biglietti che vuole il sindaco di Milano, tutti i problemi di bilancio di Milano. I cittadini non devono pagare per servizi che ancora non esistono; il Comune di Milano, se crede, si assuma la responsabilità di aumentare i biglietti con gli adeguamenti Istat e nel rispetto delle regole».
Anche Andrea Monti, consigliere regionale della Lega, accusa Sala: «La linea M5 della metropolitana è un’opera fondamentale e tutti, anche Sala, erano d’accordo su questo punto. Fra l’altro è stato proprio il primo cittadino di Milano poche settimane fa a Monza ad affermare come l’opera sia importante e strategica. Metterla in discussione in questo modo ha il sapore del ricatto politico bello e buono, che certamente non giova né ai milanesi e né ai monzesi».