Le notti di questa estate 2022 sono tropicali e, no: non è un modo di dire. «Si definiscono tropicali quelle notti in cui il valore minimo della temperatura non scende sotto i 20°: una circostanza che anche nel nostro territorio si sta verificando sempre più spesso e che è riconducibile ai cambiamenti climatici»: lo spiega il meteorologo Flavio Galbiati, laureato in Fisica con indirizzo fisica dell’ambiente e dell’atmosfera all’Università degli Studi di Milano.
Meteo: aumento dei periodi siccitosi, i temporali non bastano
«Nella seconda metà del mese di luglio le temperature resteranno elevate, sopra la media stagionale, con picchi, come quello in arrivo in questi giorni, superiori ai 36°. I temporali, anche intensi, che potrebbero verificarsi – prosegue – non porteranno sollievo a un terreno secco per mesi di piogge mancate: ne beneficeranno solo i primi strati».
Volendo scattare una fotografia della situazione climatica attuale, «non possiamo che notare l’aumento di periodi siccitosi, quasi aridi, caratterizzati da forte caldo e da fenomeni intensi che, probabilmente, si verificheranno anche durante la prossima stagione».
Meteo: nei primi 6 mesi del 2022 non ha piovuto, la differenza di temperatura tra l’equatore e i poli si sta riducendo
Nel corso dei primi sei mesi del 2022 praticamente non ha piovuto: la permanenza dell’alta pressione ha di fatto bloccato il passaggio delle perturbazioni atlantiche.
«Ma l’alta pressione è stata così persistente perché la differenza di temperatura tra equatore e poli si sta riducendo: si è generato, così, un rallentamento nel flusso delle correnti che originano tanto l’alta pressione, quando le perturbazioni. È uno dei tanti effetti del cambiamento climatico con cui (purtroppo) stiamo imparando a convivere».
Ma non è tutto, avverte l’esperto. «La stabilità atmosferica e il forte irraggiamento», combinati agli inquinanti presenti in atmosfera, «aumentano le concentrazioni di ozono nell’aria che respiriamo: il che – precisa ancora Galbiati – può causare irritazioni e problemi polmonari. Insomma: le prospettive a breve e medio periodo non sono buone».