Meda: visita guidata tra la memoria dell’Icmesa e il Bosco delle Querce

A Meda visita guidata con partenza dallo storico muro da dove aveva inizio l’azienda Icmesa.Tra memoria e Bosco delle Querce.
La ricognizione all'interno del bosco delle Querce
La ricognizione all’interno del bosco delle Querce

“Meda, la memoria dell’Icmesa e il bosco delle querce”, è stato l’argomento della visita guidata nel primo pomeriggio di sabato 5 novembre con partenza dallo storico muro da dove aveva inizio l’azienda, organizzata dall’associazione “Insieme per il bosco – conoscere, amare, custodire, valorizzare”. La visita è stata guidata da Massimiliano Fratter, direttore del bosco per dieci anni dal 2007 al 2017 e da Alessandro Fiumi di Ersaf, (ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste).

Meda: partenza dal luogo dell’incidente del 10 luglio 1976

La visita guidata ha preso le mosse dal luogo dove è avvenuto l’incidente il 10 luglio 1976, davanti al muro della fabbrica in via Icmesa, per proseguire nella parte di Meda del bosco. È stata un’occasione per riflettere sulle cause e sulle conseguenze del disastro, tra memoria e presente, ma anche per richiamare alla memoria, per tutti coloro che non hanno vissuto quel periodo, gli anni di quella tragedia, che aveva portato alla conoscenza della diossina.
L’introduzione di Fratter è iniziata dal 6 dicembre 1945, quando la società “Industrie chimiche meridionali S.A.” (Icmesa) otteneva il nulla osta per costruire da parte del Comando Militare Alleato. Qualche giorno dopo, il 28 dicembre, arrivava il visto per l’approvazione da parte del comune di Meda. Nel 1947 veniva modifica il nome e nasceva la “Icmesa S.A- industrie chimiche Meda, società azionaria”. Il 1 luglio 1946 la principale azionista era la “ Givaudan& c. S.A.” di Vernier, Ginevra, Svizzera.
Negli anni 1948, 1949, 1953, 1957, 1961, 1962, 1963, 1969, 1970, 1972 e 1974 venivano segnalati inquinamenti nell’atmosfera provocati dalla fabbrica da parte di singoli cittadini, consiglieri comunali e i sindaci di Seveso e Meda. Alle richieste di mettere in sicurezza gli impianti da parte del comune di Meda, della Provincia di Milano e del Genio Civile, l’Icmesa proponeva, progettava, prospettava, ma la realtà non cambiava, e l’inquinamento del territorio circostante proseguiva“.

Il gruppo davanti allo storico muro Icmesa
Il gruppo davanti allo storico muro Icmesa

Meda: informazioni storiche

Nel 1970 la società di Vernier-Ginevra – ha continuato Fratter – ora di proprietà della Hoffman La Roche, avviava la produzione di triclorofenoli all’Icmesa. Unico destinatario la “Givaudan corporation” di Clifton Nel New Jersey. Il sistema di produzione originava un prodotto finale altamente impuro ed era alto il rischio di generare diossina durante il processo di lavorazione a causa dell’elevata temperatura durante la reazione. Le ragione di questa scelta erano economiche. Riducendo la presenza dei solventi si riducevano i costi per l’acquisto, per la manutenzione e per le operazioni di stoccaggio e si riduceva anche il personale addetto ai tempi di lavorazione. Per di più, diminuendo la presenza di solvente si aumentava lo spazio utile nel reattore. Si scopriva poi che era altissimo il pericolo legato alla produzione di triclorofenolo”.

Meda: dopo l’incidente e il presente

Il racconto proseguiva: lunedì 12 luglio 1976, l’Icmesa scriveva all’ufficio sanitario di Seveso cosi: “Facendo riferimento alle precedenti informazioni e colloqui e alla vostra visita odierna, vi confermiamo quanto segue: sabato 10 luglio 1976, alle 12.40, si è verificato all’interno del nostro stabilimento un incidente”. Nella lettera della società non si faceva nessun cenno alla presenza di diossina nella nube tossica. Ai dubbi dell’11 luglio seguiva la conferma del 14 luglio, ma solo il 19 luglio 1976, l’Icmesa e La Givaudan si decidevano di ammettere la gravità della situazione, dichiarando ufficialmente la presenza di tetraclorodibenzo-para-diossina tra le altre sostanze altamente tossiche.

A quel punto iniziava una nuova storia. “L’Icmesa veniva chiusa “provvisoriamente” dal sindaco di Meda già il 18 luglio 1976, ma non riaprirà più. Oggi al suo posto è stato edificato il centro sportivo città di Meda, e l’area maggiormente inquinata dalla fabbrica, la zona A, una volta bonificata è diventata un parco, il “bosco delle Querce di Seveso e Meda”. All’interno del bosco Alessandro Fiumi ha spiegato i lavori di bonifica della zona e come è sorto piano piano il bosco all’interno del quale, sia lato Meda che Seveso esistono delle vasche di decantazione in cui sono sepolte le scorie della terra inquinata.