Maxi furto di bici alla Kuota di Villasanta: danni per 300mila euro

Ladri professionisti all’azienda Kuota di Villasanta, marchio brianzolo del ciclismo mondiale che in via Mattei ha il suo quartiere generale. Astana, Team Androni, bici crono: il colpo messo a segno da una banda di cinque ladri ha provocato danni per 300mila euro.
Maxi furto di bici alla Kuota di Villasanta: danni per 300mila euro

Ladri professionisti all’azienda Kuota di Villasanta, marchio brianzolo del ciclismo mondiale che in via Mattei ha il suo quartiere generale.La scorsa settimana cinque malviventi, col volto coperto e con attrezzi da scasso, hanno fatto irruzione nell’azienda sfondando la finestra del locale montaggio portandosi via decine di “gruppi” imballati in altrettante scatole, telai e una ventina di bici di valore esposte nello show room.
Un colpo ripreso dalle telecamere di videosorveglianza: i banditi hanno impiegato 6 minuti per introdursi nell’azienda sfidando sensori perimetrali, allarmi e occhi elettronici e infliggendo un danno commerciale che sfiora i 300mila euro.

Amaro lo sfogo dell’amministratore delegato, Maurizio Canzi: «Non allestiamo più lo show room, sarebbe fare un invito alla delinquenza: questi maledetti hanno tracciato la strada, cosa proibisce loro di ritornare? Finché non troveremo una soluzione, che oggi non c’è, gestiremo gli spazi settimana dopo settimana».

Nella sede di Villasanta vengono ideati e progettati tutti i prodotti del brand con lo scudo, secondo un gusto e un design tipicamente italiani. Dal 2015 tutti i telai in gamma vantano concept innovativi che ne hanno innalzato ulteriormente il livello qualitativo.

A finire, lunedì all’alba, sul furgone dei malviventi bici costose fra cui quelle del team Astana di cui Kuota è sponsor ufficiale, bici del team Androni (impegnato nella recente Tirreno- Adriatica), bici crono, bici da triathlon come quella di Daniel Fontana, primo italiano a vincere un IronMan.

«Pensavamo di avere una struttura protetta, ma evidentemente hanno agito professionisti del furto- commenta Canzi -: l’azienda è sorvegliata da telecamere, vi sono sensori antivibrazione perimetrali, allarme. Non è bastato, ci siamo precipitati sul posto non appena l’allarme ha lanciato il segnale, ma in 6 minuti avevano già commesso il colpo».

Le immagini registrate testimoniano il fatto. Cinque persone col volto coperto da un cappuccio sfondano la finestra del locale montaggio, letteralmente svuotato. Poi, saliti al piano superiore, fanno man bassa di una ventina di bici di valore e modelli elettrici.

«Cosa mi fa rabbia? In un modo o nell’altro entrano, e c’è l’assoluta impotenza di fronte a queste cose – afferma Canzi – imprenditori e comuni cittadini subiscono determinate scelte politiche: non ci è consentito di tutelarci nelle nostre proprietà. Chi entra non ha nulla da perdere perché è tutelato da chi fa le leggi e da chi vota questi politici. Chiedo di potermi difendere dentro casa mia, sul mio luogo di lavoro, in maniera lecita. Chi entra per delinquere in una proprietà privata deve sapere che perde ogni tipo di tutela, ma oggi purtroppo non è così per falso perbenismo ed ipocrisia. Chi fa le leggi, non lo capisce».

Lo sfogo è a cuore aperto. «Si tagliano finanziamenti alle forze dell’ordine ma un imprenditore non può assumere vigilanti per 12 ore. Siamo in balìa di situazioni che non ci danno tutele. Anzi, chi delinque ne ha più di chi subisce, e poi si finisce per passare per intransigenti o razzisti. La mia delusione è per quello che sarà, per come organizzare l’azienda con sistemi di sicurezza che mi consentano di andare avanti come prima».