Sovico ha reso l’ultimo saluto a padre Ezio Canzi, il sacerdote missionario scomparso il 17 febbraio scorso in Spagna dove si trovava con i confratelli della sua congregazione per una missione di accoglienza dei giovani e dei disabili secondo il carisma del suo fondatore San Luigi Guanella. Sabato 27 febbraio la salma di padre Ezio è rientrata in Italia, a Sovico, per le esequie concelebrate nella chiesa parrocchiale dal Superiore Generale, padre Umberto Grugnoni, e da don Fabio Pallotta, don Mario Nava, don Giancarlo Frigerio e don Carlo Gussoni.
«Per la nostra comunità è stato un fratello da quando è stato ordinato sacerdote fino alla sua morte» ha ricordato il parroco emerito di Sovico, don Carlo «appena poteva tornava a Sovico con una certa frequenza e accoglieva con cordialità tutta la nostra gente facendola partecipe del suo cammino apostolico. Soprattutto quando si è trattato di fondare una nuova missione in Nigeria secondo lo stile guanelliano ha proposto alla nostra comunità questo progetto di carità e noi l’abbiamo accettato volentieri impegnandoci a sostenerlo come espressione di una fede che si apre ai più bisognosi».
«Ed ora proprio questa missione, chiamata Sovico-House- prosegue don Carlo – è fiorente nell’accogliere molti disabili guidata da sacerdoti guanelliani nativi della Nigeria. Impostata questa missione che gli è costata parte della sua vita per i disagi che ha dovuto affrontare eccolo di nuovo all’opera con i suoi confratelli nella regione della Galizia in Spagna, a circa venti chilometri da Santiago di Compostela, in tre parrocchie per una esperienza comunitaria dei giovani e per iniziare un’accoglienza dei disabili del territorio. Questo cammino certamente andrà avanti attraverso la protezione dal cielo di Don Ezio che continuerà ad essere animatore della carità e ad essere nostro fratello nell’aiuto ai più bisognosi».
Durante le esequie, don Fabio, guanelliano, ha ricordato che padre Ezio Canzi «era un uomo di mille Patrie, la prima, evidentemente Sovico, la seconda fu la Spagna. Era un uomo schietto e franco che lascia una traccia profonda di fede e carità».