Lo credevano disperso nel terremoto in Nepal ma è in Italia: gli amici lissonesi lo riabbracciano

Ramesh aveva fatto da guida in Nepal un anno fa a un gruppo di lissonesi prima del terremoto: nessuno aveva più sue notizie. Invece si è fatto vivo: «Sono a Firenze, vengo a trovarvi». E gli amici lissonesi lo hanno ospitato
La guida nepalese  Ramesh è stato ospitato  a Lissone dagli amici conosciuti un anno fa
La guida nepalese Ramesh è stato ospitato a Lissone dagli amici conosciuti un anno fa Gianni Radaelli

Un sopravvissuto al terribile terremoto che ha distrutto il Nepal. È Ramesh Acharya, la guida nepalese che ha condotto il gruppo di viaggiatori lissonesi alla scoperta della sua terra lo scorso anno. Da un viaggio è nata un’amicizia, un ponte tra due realtà completamente diverse unite dalla solidarietà e dall’amicizia. Proprio in settimana la guida è stata ospite per alcuni giorni di alcuni componenti del gruppo di viaggiatori e ha colto l’occasione per rivederli e raccontare loro la sua terribile avventura.

«Il giorno del terremoto ero in ospedale con un amico- racconta Ramesh- noi ci siamo salvati ma il pensiero era per la mia famiglia, mia mogli e i miei figli. Erano in casa e quando sono arrivato la casa non c’era più. Mia moglie è letteralmente saltata dalla finestra e si è salvata. Tutto è successo di sabato, il giorno della festa, tutti erano in giro e il terremoto ha distrutto ogni cosa. Sono poche le case che hanno retto, solo quelle nuove antisismiche, così come molti templi. Un mese dopo quella vicenda tutti vivevano ancora nelle tende, c’è ancora molta paura. Per la mia generazione è la prima volta che si verifica un evento simile e non lo dimenticheremo mai, senza contare che c’è ancora un forte sciame sismico, la terra continua a tremare».

Ancora oggi le strade sono un cumulo di macerie, essendo molto strette i mezzi faticano ad arrivare per ripulire. A oggi, a quasi tre mesi di distanza, le stime parlano di 15mila persone morte e non si sa quanti corpi sono ancora sotto le case. «Il nostro governo è in una fase di transizione- spiega la guida- stanno lavorando per la democrazia e per la ricostruzione delle città. Ci sono zone in cui i militari e i poliziotti non sono riusciti ad arrivare. Viviamo di agricoltura e turismo, entrambe devono ripartire. Il terremoto ha colpito una parte del Nepal ma le tradizioni e la cultura sono vive e meritano di essere scoperte. Al momento sto lavorando per ricostruire la mia casa, mia moglie e i bambini vivono con i miei genitori da un fratello, la cui casa ha retto al disastro. Mi sento fortunato però perché stiamo tutti bene».

Per lo staff che l’ha rincorso per giorni averlo a Lissone sembra un miracolo, lo davano tutti per morto visto che i collegamenti erano interrotti, come dice Lucio Fossati, titolare della Kanguro viaggi e organizzatore di tutte le uscite: «Avevamo cercato immediatamente di avere qualche informazione tramite i nostri contatti in India ma nessuno sapeva darci una risposta. Credevamo che non l’avremmo più rivisto. Poi d’improvviso è arrivata la sua mail che ci comunicava il suo viaggio in Italia e abbiamo tirato tutti un sospiro di sollievo, poi Gianni e Cristiana hanno mantenuto il contatto e organizzato una cena tutti insieme per rivederci e sentire dalle sue parole la situazione attuale».

Una cena che è stata anche l’occasione per rivedere due amici che Ramesh aveva conosciuto sei anni fa di Arcore e che, saputo della serata, hanno voluto essere presenti per riabbracciarlo. «Pensare che non avrei mai creduto di fare la guida- conclude Ramesh- ho studiato tutt’altro poi, dieci anni fa ho scoperto questo lavoro e non l’ho più lasciato. Grazie a due amici italiani ho imparato la lingua e scoperto un popolo unico e fantastico, adesso vorrei che tutti conoscessero meglio il mio Paese e superassero la paura del terremoto tornando a visitarlo».