Un omaggio all’attore Franco Fabrizi attraverso i luoghi, gli amici, gli aneddoti della sua vita di provincia narrati in un docufilm diretto da un giovane lissonese. E’ il progetto in fase di lavorazione ideato dal 27enne regista Andrea Meroni che si è recato a Cortemaggiore, dove è nato Fabrizi, per raccogliere ricordi e testimonianze. Un tributo all’attore cinematografico, teatrale e televisivo, nato in provincia di Piacenza il 15 febbraio1926 e scomparso il 18 ottobre 1995, che si fece apprezzare all’inizio degli anni Cinquanta per la sua capacità di impersonare con realismo il personaggio del rubacuori, del dongiovanni di provincia cinico ma affascinante; ruoli che sostenne in molti film firmati da registi come Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Pietro Germi e Luigi Zampa.
Il successo arrivò nel 1953 con l’interpretazione di Fausto, uno dei protagonisti di “I vitelloni” di Fellini: un giovane di bell’aspetto, brillante e fannullone che trascorre il suo tempo bighellonando con donne e amici. Il giovane lissonese ripercorre la vita dell’attore anzitutto riscoprendo i rapporti con i suoi concittadini. “Mi sembrava giusto partire da lì per fare le ricerche- spiega Meroni – vi sono numerosi familiari ed amici che ho deciso di coinvolgere. Fabrizi amava la vita mondana, aveva molte amicizie con personaggi molto noti dello spettacolo come De Sica e Fellini, e mi piacerebbe raccogliere le testimonianze di chi ha collaborato con l’attore”.
Il film si avvale della produzione di Riccardo Marchesini (che è anche co regista) della “Giostra Film” di Bologna. “Fabrizi è stato una gloria locale del piacentino, a 25 anni dalla sua scomparsa ho pensato ad un omaggio ad un caratterista del cinema. Fin da quando sono piccolo nutro un interesse forte per i caratteristi della commedia italiana, e ho il pallino per un’epoca diversa dalla mia. La ricerca si sta svolgendo a Cortemaggiore e mi auguro di finire il lavoro entro la fine dell’anno; diamo maggior rilievo alle persone che hanno fatto parte della sua vita privata, degli amici, della piccola cerchia di aspiranti Vitelloni per i quali Fabrizi è stato maestro di stile e verso il quale io nutro una forte simpatia. Il mio vuole essere un tributo”.