Nella sua casa di viale Martiri della Libertà, dalla cui finestra si scorge lo storico distributore di benzina “Esso” da lui aperto nel 1961, custodisce uno straordinario patrimonio legato al mondo del ciclismo fatto di fotografie, maglie, cimeli, volumi. “E’ il mio museo” afferma Bruno Sala, 87 anni compiuti il 16 gennaio, che corse la prima edizione della Coppa Agostoni nel 1946. «Mi “staccarono”- confessa – la mia passione per la bicicletta è nata per caso: nel 1942 ho iniziato a lavorare in un’officina di riparazione bici a Lissone e, poi, parlando tra amici, ho conosciuto anni più tardi la “Mobili” che ancora oggi è una famiglia». Un legame inscindibile, fatto di passione e di amicizia che gli consente di seguire le imprese eroiche del ciclismo di un tempo e, di conseguenza, di entrare in contatto con i celebrati campioni dell’epoca. Nella sua casa-museo, Bruno Sala conserva immagini in bianco e nero che commuovono e riportano alla memoria momenti che in pochi hanno vissuto.
Lo sguardo si perde nell’infinità di ricordi che hanno costellato il passato di un lissonese speciale. Sentir parlare Bruno Sala di Coppi, Bartali, Merckx, Moser, Albani, Motta, Magni ti fa sentire fortunata dell’incontro che è un racconto, nostalgico, dei tempi che furono. E lui si emoziona, inevitabilmente. Ad esempio, quando mostra la fotografia scattata nel 1980 con la partenza ed arrivo di una gara dilettanti dal suo distributore di benzina “Esso”, o ancora quando rivela un aneddoto su Fiorenzo Magni. «Era un uomo buono- ricorda- pensi che nel 1968, quando aveva la concessionaria d’auto a Monza, mi recai da lui con un ragazzino di Lissone, Mario, di 19 anni, che cercava lavoro. Lui lo guardò e gli disse “anche adesso”. Il giorno dopo iniziò a lavorare da lui e vi rimase a lungo.
E quando Mario si sposò, Magni gli fece da testimone di nozze». Bruno Sala ama lo sport, può raccontare di aver chiacchierato con campioni, di essere stato a bordo dell’ammiraglia nell’anno di gloria di Bruno Leali, il 1987, quando il corridore fece sua la Coppa Agostoni, e dato che quell’anno era anche prova valida per il campionato italiano vestì la casacca tricolore. Ed ancora, di essere stato alle Olimpiadi di Montecarlo nel 1972 o di aver ricevuto omaggi speciali come la maglia “Madonna del Ghisallo” proveniente dalle Filippine, che suggella un gemellaggio tra Magreglio e Rizal.
Tanti gli aneddoti, impossibile citarli tutti, ma ci piace chiudere con un particolare che fa comprendere quanto la normalità di tempi andati fosse fonte di genuinità che stridei coi tempi moderni. “Da giovane corridore, quanta fatica- conclude Sala- allora si correva con la maglia di cotone e i calzoncini erano quelli di casa. Non l’ho mai raccontato: un giorno ritrovai un ago infilato nei canzoncini, l’aveva dimenticato mia madre nel rammendarli…».