E’ partito domenica mattina, diretto a Pagliarelle, frazione di Petilia Policastro, Crotone. Il paese d’origine di Lea Garofalo, la testimone di giustizia uccisa e poi bruciata a Monza, San Fruttuoso. Lui è Valerio d’Ippolito, il referente del coordinamento di Libera di Monza e Brianza. Si è messo in viaggio a piedi con l’amico Valentino Marchiori del quartiere monzese.
Lì dove nel novembre del 2009, (leggi qui) in un terreno incolto di via Marelli, Lea sparì avvolta dalle fiamme. Si chiama “In viaggio con Lea”, il trekking in una sessantina di tappe fino a Solopaca (Benevento) poi lungo la via Francigena fino a Pagliarelle dove attorno a metà luglio, arrivo previsto, i due deporranno simbolicamente un mazzo di fiori al monumento di Lea Garofalo.
D’Ippolito ha seguito tutte le udienze del processo d’appello nel tribunale di Milano (leggi qui) che nel maggio 2013 ha portato alla conferma dell’ergastolo per Carlo e Vito Cosco, Rosario Curcio e Massimo Sabatino e dei 25 anni di reclusione per Carmine Venturino per il sequestro e l’omicidio della Garofalo: un processo toccante dopo il quale d’Ippolito ha deciso di affrontare il lungo cammino simbolico per omaggiare la donna. La prima tappa del cammino sarà a Trezzano sul Naviglio, presso Libera Casa, villa confiscata alla mafia e intitolata a Angelo Vassallo che è diventata il “quartier generale” della legalità democratica e un polo di formazione sensibilizzazione contro i fenomeni mafiosi in Lombardia.